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Amaro del Capo, quando un brand vincente conquista il linguaggio popolare

l suo successo consacrato dalla “particolare” prima pagina di ieri del quotidiano Il Manifesto sulle dimissioni del segretario dem Zingaretti.

È una caratteristica distintiva. Un elemento che da subito ne ha fatto la differenza, un modo di proporsi unico e sempre originale nelle sue trovate. È una peculiarità talmente particolare che se ne sono fatti studi ed in proposito è stato pubblicato un libro di grande formato con la scelta di 113 prime pagine del giornale pubblicate nel 2013, intitolato “Buona la prima”.

Ci stiamo riferendo al quotidiano Il ManifestoLe sue prime pagine, quasi sempre composte intorno a una grande foto centrale e ad una titolazione creativa basata su un gioco di parole, sono diventate popolari e particolarmente riconoscibili sino a divenire un fenomeno editoriale: “…lo sber­leffo quo­ti­diano dei nostri titoli di prima è stato per anni un esor­ci­smo libe­ra­to­rio con­tro le fin­zioni ideo­lo­gi­che masche­rate da obbiet­ti­vità”, ha scritto nella postfazione del libro, appena ricordato, Alberto Piccinini.

Ma non è di questo che vogliamo parlare, ma di quello che, attraverso le sue prime pagine – ma in particolare la prima pagina di oggi 5 marzo 2021 – ne consegue. In termini di valore e significato.

Per raccontare le inattese dimissioni del segretario del PD Zingaretti, Il Manifesto ha scelto un titolo preciso: “L’amaro del capo”.

La campagna pubblicitaria, avviata ormai da qualche anno dal Gruppo Caffo, ha realizzato il suo obiettivo svolgendo il compito di aver reso popolare il marchio trasformandolo in un modo di dire popolare, che ha oggi una sua identità ed una sua vita parallela, utile comunque a veicolare un prodotto che diventa così familiare.

Il titolo da prima pagina su Il Manifesto rappresenta così una consacrazione ed un riconoscimento.

L’Amaro del Capo, simbolo di una Calabria produttiva e vincente!

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