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Addio a Canduci, ultimo rais della Tonnara di Bivona. Il ricordo di Montesanti (video)

Se ne è andato senza vedere realizzato il suo sogno: la riapertura della antica struttura quale museo del mare.

Lo ricordiamo con le parole di Antonio Montesanti, studioso della Tonnara e della storia vibonese, artista poliedrico, che con Canduci ha condiviso l’impegno per vedere la tonnara aperta al pubblico.

Nunzio Canduci primo a sinistra nella foto sul paliscalmo San Francesco, a fianco al Rais Nunzio e Totò Canduci

Mi giunge la notizia del decesso del Rais Nunzio Gaetano Canduci . Una improvvisa tristezza mi avvolge, mista alla rabbia per l’impotenza in cui in molti ci hanno costretti nel non poter realizzare il suo sogno: quello di entrare con orgoglio dentro la Tonnara di Bivona vedendola diventata museo in grado di rendere vivi e trasmettere i suoi ricordi e le sue esperienze tra i tonnaroti di questo specchio di mare; avrebbe meritato di attraversare quelle stanze, ritrovandovi la sua storia assieme a quella di tutti quei rais che hanno messo in mare i pesanti barconi neri, a presidio delle isole di reti armate per catturare prede più numerose e grandi … di loro.

Mi piace ricordarlo con gli occhi luminosi di quel giorno, il 13 giugno di qualche anno fa, in cui fece rintoccare la campana della Tonnara, circondato dall’affetto della comunità di Bivona, fermato nel tempo da uno scatto fotografico. Le mie più sentite condoglianze vanno ai familiari, unite però al mio sdegno per quanti hanno impedito di realizzare il piccolo sogno di un grande uomo.R.I.P. Sit tibi mare levis.Lo ricordo a tutti voi con un brano della sua intervista realizzata nel maggio del 2011 da Studio Azzurro per il progetto Valentia Sensibile”.

Canduci: Quando pescavamo alla Tonnara. La vita di mare

TONNARA DI BIVONA: DOPO 4.627 GIORNI IL MUSEO VUOTO DEL MARE, INAUGURATO OGNI ANNO PER SCHERZO… HA ANCORA L'ALLESTIMENTO IMBALLATO NEGLI SCANTINATI COMUNALI!Dareste credito a chi vi mente da 15 anni? Sareste degli stolti. E la vicenda del Museo del Mare e l’antica Tonnara di Bivona dimostra che lo siamo stati tutti. Per 20 anni il comune di Vibo Valentia ha beneficiato di finanziamenti di diversi milioni di euro per realizzare un Museo del Mare, ma oggi scopriamo che nessun atto concreto viene più fatto per giungere questo scopo: il restauro della struttura non è stato completato; nessun comitato scientifico ha elaborato una proposta di Museo e di allestimento; non esiste alcuna agibilità dei locali, non esiste certificazione di sicurezza degli impianti; non esiste addirittura nessun titolo di possesso in capo all’amministrazione comunale.Un esempio di come sia paradossale la vicenda? Nel 2008 venne acquistato l’intero l'allestimento museale, costato più di 65 mila euro, che una determina del 2015 descrive messo in posa e collaudato in tonnara, ma in realtà viene ritrovato imballato negli scantinati comunali nel 2020. Ma dopo 12 anni, dopo 4.627 giorni di bugie, quella scoperta si rivela una beffa: il Comune non ha più rinnovato la richiesta di concessione della Tonnara di Bivona, percui non può portarvi gli arredi del ritrovato allestimento museale! Ma se anche l’avesse, i locali sono inagibili!E del resto, senza concessione, non ha titolo per presentare progetti di finanziamento alla Regione, per Fondi Europei, ad esempio, né ad Invitalia (e questo è ben più grave) inserendola nei fondi CIS e dunque le risorse necessarie per completare il Museo del Mare non solo mancano … ma non ci saranno mai!E’ così dal Sindaco D’Agostino, al Sindaco Costa, fino al nuovo Sindaco Limardo nulla è cambiato: l’amministrazione comunale detiene le chiavi, organizza incontri e tavoli tecnici sul destino della Tonnara di Bivona senza aver cura di regolarizzare il suo possesso. E questo è grave perché oltre a dimostrare quanto sia superficiale l’ interesse verso il suo destino, rende ogni giorno più grave la situazione verso il Demanio, essendo la Tonnara esclusa dal Federalismo Demaniale per l’appartenenza del cespite al settore mercantile, e dunque non valorizzabile o sdemaniabile secondo il DL. 85/2010.Sono anni che il problema è irrisolto, e adesso addirittura si aggrava se è vero, come è vero, che il Comune propone il trasferimento del bene alla Regione o al Mibact , proponendolo come sede di probabili enti regionali o sede di Soprintendenza.Siamo in Calabria, e si sarebbe potuto anche chiudere un occhio a questa prassi inqualificabile, se questo avesse abbreviato i tempi per la realizzazione del tanto agognato museo, ed invece, è accaduto il contrario: dal 2008 solo il piano superiore della Tonnara è fruibile, tutto il resto è degrado ed abbandono, crepe e calcinacci, umidità e preservativi usati avvolgono l’auditorium, la loggia ed i locali del piano terra della palazzina gentilizia. Ma adesso basta con pensieri, parole ed opere senza senso, e le omissioni giustificate. E’ necessario trovare una soluzione corretta, efficace e condivisa sulla Tonnara di Bivona e se ciò non accade auspico un intervento ispettivo della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia utile a dipanare la posizione dell’ente con il Demanio e ristabilirne la corretta collaborazione. La necessità di terminare i lavori finanziati, e di ricollocare l’allestimento museale acquistato lo impongono: sono passati 4.627 dal loro acquisto ed è giunto il momento di pretendere il loro utilizzo per come previsto dai finanziamenti ricevuti. Potremmo vivere della Bellezza delle memorie degli uomini del mare, ed invece il tempo si consuma nel Brutto dell'ignavia ed ogni giorno sottratto alla Bellezza è un giorno regalato alla mafia locale.#DemanioDigitale #ICCD #archeologiadellarimozioneidentitaria #museodelniente #DemanioDigitale #archeologiadellarimozioneidentitaria #museodelniente

Pubblicato da Antonio Montesanti su Giovedì 8 ottobre 2020