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Arriva il lockdown a metà: stop a sport e tempo libero, chiuse piscine e palestre. Così non va…

Il nuovo dpcm che sarà varato oggi dal presidente Conte prevede la sospensione di tutte le manifestazioni sportive di carattere non agonistico. Si potra fare solo jogging per strada.

Da dove iniziamo? L’elenco delle restrizioni e delle chiusure è lungo. Il nuovo provvedimento del presidente del Consiglio è ancora in fase di elaborazione e limatura definitiva, ma in sostanza se le misure dovessero essere quelle previste dalla bozza circolata ieri – e contrastata dalle Regioni – saremmo davanti a un mezzo lockdown.

Per lo sport in particolare, il colpo da assorbire sarebbe durissimo. Il Dpcm prevede la chiusura fino al 24 novembre di piscine, palestre, compresi gli impianti sciistici, lo stop a tutte le manifestazioni ed eventi sportivi non agonistici (resterebbero possibili solo i campionati di sport a squadre professionistici). Una botta pesante per un settore già fortemente penalizzato ed in crisi, a cui sono stati imposti protocolli sanitari onerosi per potere andare avanti da maggio fino ad oggi. Per di più senza alcuna evidenza scientifica della diffusione del contagio nelle strutture sportive che sono meno pericolose di supemercati, autobus ed aerei, anche grazie ai rigidi protocolli adottati e seguiti.

Per quanto riguarda i campionati professionistici, quella di oggi sarò l’ultima giornata con la presenza del pubblico negli impianti per il prossimo mese. Infatti, è prevista la disputa delle partite a porte chiuse.

Secondo il provvedimento, “sono sospese le attività di palestre, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali, fatta eccezione per l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza, nonché centri culturali, centri sociali e centri ricreativi; ferma restando la sospensione delle attività di piscine e palestre, l’attività sportiva di base e l’attività motoria in genere svolte presso centri e circoli sportivi, pubblici e privati, sono consentite nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento, in conformità con le linee guida emanate dall’Ufficio per lo sport, sentita la Federazione medico sportiva italiana (FMSI), fatti salvi gli ulteriori indirizzi operativi emanati dalle Regioni e dalle Province autonome, ai sensi dell’ art. 1, comma 14, del decreto-legge n. 33 del 2020″.

Saranno chiusi, inoltre, cinema, teatri, sale bingo, parchi divertimenti, vietate sagre, fiere, congressi.

Sempre a decorrere da domani, lunedì 26 ottobre 2020 e fino al 26 novembre, le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) saranno “consentite dalle ore 5 fino alle 18” e “dopo le 18 è vietato il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici e aperti al pubblico”. Salta, invece, la chiusura domenicale per bar e ristoranti come ipotizzato in un primo momento. I bar e i ristoranti apriranno anche la domenica, ma tenendo ferma la chiusura alle 18. Le Regioni chiedono con insistenza di lasciare alzate le saracinesche fino alle 23.

Per saperne di più, non ci resta che attendere la consueta conferenza stampa del premier Giuseppe Conte.