Cultura

Hipponion, il cuore della Magna Grecia rivive: straordinarie scoperte alle Mura Greche di Vibo Valentia

VIBO VALENTIA – Una giornata memorabile per l’archeologia calabrese e per l’identità storica di Vibo Valentia. Nell’area archeologica delle Mura Greche di Hipponion, in via Paolo Orsi, è stato presentato al pubblico e alla stampa il bilancio della campagna di scavo 2025, condotta tra marzo e aprile. Un evento partecipato e ricco di emozioni, che ha rivelato scoperte eccezionali sull’antica città magno-greca di Hipponion.

Un ritorno alle origini: svelata la fase arcaica delle Mura

Il team di ArcheoVibo, progetto promosso dalla Soprintendenza ABAP di Reggio Calabria e Vibo Valentia con il Dipartimento DiCAM dell’Università di Messina, ha riportato alla luce una fase inedita e arcaica delle mura cittadine, risalente alla fine del VI secolo a.C.. Gli archeologi sono intervenuti su un settore strategico delle fortificazioni, già indagato agli inizi del Novecento da Paolo Orsi, ma che oggi ha potuto essere esplorato con nuovi strumenti e criteri scientifici.

I nuovi sondaggi hanno svelato un complesso rapporto stratigrafico tra diverse fasi edilizie. In particolare, una torre quadrata interna costruita in blocchi squadrati di arenaria e calcarenite (databile al V sec. a.C.) si sovrappone chiaramente alla muratura più antica, formata da pietre scistose irregolari, sapientemente incastrate a secco, ovvero senza l’uso di leganti. Un metodo arcaico che testimonia abilità costruttive già raffinate e una forte progettualità urbana.

Per la prima volta, lo scavo ha permesso di risalire anche agli strati d’uso del tratto murario, rinvenendo ceramica attribuibile alla fine del VI sec. a.C. — conferma che la cinta difensiva era già in piedi da qualche tempo, in un periodo molto vicino alla fondazione della città da parte dei Locresi.


Monumentalità e potere fin dalle origini

Le scoperte rafforzano l’idea di Hipponion come presidio strategico fin dalle sue origini, dotato già in età arcaica di mura monumentali. Questo dato è fondamentale: testimonia il ruolo militare di controllo che i Locresi assegnarono alla nuova colonia sin dall’inizio, investendo risorse in un complesso sistema difensivo.
Nei pressi dell’area scavata, sono leggibili ben quattro fasi distinte della cinta muraria:

Fase A: (fine VI sec. a.C.): pietre scistose a secco.
Fase B (V sec. a.C.): torri quadrate in arenaria.
Fase D1 (fine IV sec. a.C.): torri circolari su basi quadrate.
Fase D2 (inizio III sec. a.C.): torri circolari aggettanti fortemente all’esterno

Le ultime due fasi, in alcuni punti, tagliano, riutilizzano o addirittura obliterano le murature più antiche, creando una vera e propria “palinsesto di pietra”, che racconta oltre tre secoli di evoluzione militare, architettonica e politica della città.
Le scoperte rafforzano l’idea di Hipponion come presidio strategico fin dalle sue origini, dotato già in età arcaica di mura di cinta, uniche già dalle origini per le loro caratteristiche monumentali nel panorama magnogreco.

Archeologia che unisce passato e futuro

Durante l’evento, i rappresentanti scientifici e istituzionali – Dott.ssa Maria Mallemace, Prof. Fabrizio Mollo, Dott. Michele Mazza – hanno ribadito l’ambizione di ArcheoVibo: creare un grande parco archeologico integrato, che restituisca dignità, fruibilità e centralità all’intero circuito delle mura e agli altri siti antichi della città.
Con il supporto della Direzione Regionale Musei Calabria, del Comune di Vibo Valentia e della Regione, il progetto punta a trasformare Hipponion in un modello di valorizzazione archeologica del Sud Italia.

Un’eredità da vivere

Le scoperte del 2025 offrono nuove letture sulla città, rafforzano la consapevolezza del suo valore nel mondo antico e creano le premesse per una valorizzazione duratura. È il momento di restituire a Hipponion – oggi Vibo Valentia – il ruolo che merita nel panorama archeologico.
Questa visione guarda anche alla candidatura del sito a patrimonio UNESCO, grazie alla straordinaria rilevanza delle Mura, già oggi considerate la più importante cinta difensiva dell’intero Mediterraneo antico.