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L’Affruntata di Vibo Valentia: una tradizione secolare tra fede, storia e cultura

VIBO VALENTIA – Nella domenica di Pasqua si svolge a Vibo Valentia l’Affruntata, una tradizionale processione le cui radici affondano nel Settecento. Si tratta di una delle più antiche manifestazioni della pietà popolare in Calabria, un rito che ogni anno richiama migliaia di fedeli e curiosi.

Le origini dell’Affruntata a Vibo Valentia (Monteleone) risalgono a diversi secoli fa. Non esistono documenti ufficiali che ne attestino l’inizio, probabilmente perché, essendo nata come espressione spontanea della devozione popolare, non è stata registrata dalle fonti ecclesiastiche. Una delle ipotesi più accreditate è che la processione sia stata organizzata dall’Arciconfraternita fondata dal duca di Monteleone presso il convento dei Domenicani, accanto al Duomo di San Leoluca. Da qui ebbe poi origine l’Arciconfraternita del Rosario, che tuttora si occupa della processione dell’Affruntata e di quella delle Vare.

Una tradizione ininterrotta… tranne che per il Covid

Per quasi tre secoli, l’Affruntata si è svolta ogni anno, senza interruzioni, nemmeno durante le guerre o le pestilenze. Solo la pandemia di Covid-19 è riuscita a fermare il rito, rendendo ancora più evidente quanto sia radicata questa tradizione nella comunità vibonese.

Il significato simbolico dello “sbilamentu”


L’uscita della Madonna che corre verso il Cristo Risorto (Foto Armando Grillo)

Uno dei momenti più intensi dell’Affruntata è lo “sbilamentu”, ovvero la caduta del velo nero della Madonna, simbolo del lutto, che lascia spazio ad un abito azzurro nel momento in cui vede il Figlio risorto. Questo gesto viene interpretato come un presagio: se la svelazione riesce bene, sarà di buon auspicio per la comunità; in caso contrario, si teme possa preannunciare eventi negativi. Si racconta, ad esempio, che nel 1940 il velo non cadde e, pochi mesi dopo, l’Italia entrò in guerra.

Le radici storiche e culturali dell’Affruntata

Secondo l’antropologo Vito Teti, l’Affruntata potrebbe derivare dalle sacre rappresentazioni del Quattrocento e Cinquecento, sviluppatesi maggiormente dopo la Controriforma sotto l’influenza spagnola e gesuitica. Documenti scritti specifici mancano, ma la fondazione dell’Arciconfraternita da parte di Ettore Pignatelli nel 1543 suggerisce che il rito potrebbe essere nato già in quel periodo. Per cui potrebbe avere quasi 500 anni di vita!

Le statue e il patrimonio artistico

Le statue utilizzate nella processione risalgono al primo Settecento, opera dei fratelli Domenico e Ludovico Rubino, artigiani locali noti per la loro abilità nella lavorazione del legno policromo. La statua del Cristo Risorto, in particolare, è raffigurata in corsa, con le vesti gonfiate dal vento, a simboleggiare la gioia dell’incontro. La Madonna e San Giovanni, realizzate all’inizio dell’Ottocento, richiedono una preparazione meticolosa, soprattutto per la disposizione del velo nero, la cui caduta è cruciale per la buona riuscita del rito.

Il percorso e lo svolgimento del rito

Il rito si svolge ogni domenica di Pasqua alle 11:30 su Corso Vittorio Emanuele, nel centro di Vibo Valentia. Le statue della Madonna, di Gesù Risorto e di San Giovanni sono posizionate in modo da non vedersi inizialmente. San Giovanni corre per tre volte dalla Madonna per annunciarle la resurrezione del Figlio. Solo al terzo annuncio, la Madonna crede, lascia cadere il manto nero e corre incontro al Figlio, dando vita a un momento di intensa partecipazione emotiva.

L’Affruntata nel resto del Vibonese

La Cumprunta di Soriano Calabro

La tradizione dell’Affruntata è diffusa anche in molti altri comuni del Vibonese, con varianti locali e in alcune zone nota come “Cumprunta”. Si svolge ad Arena, Briatico, Cessaniti, Dasà (come “Ncrinata”), Dinami, Ionadi, Maierato, Pizzo Marina, Pizzoni, Rombiolo, San Calogero, San Gregorio, Sant’Onofrio, Stefanaconi, Vibo Marina, Zammarò, Zungri e altri ancora.

Buona Pasqua!