Cultura

Racconto di mare, tra le reti dei pescatori di Vibo Marina (foto)

In una tiepida giornata di autunno, loro sono intenti a preparare le reti per la pesca.

Quando le persone pensano al mare, generalmente si immaginano spiagge, sole, tuffi, divertimento. Invece il mare è anche fatica, lotta e vita per il pescatore. Il mare è una partenza di notte quando la luna è alta e intorno si sente il silenzio e un motore che gira e borbotta.

Il mare è calare le reti anche sotto la pioggia, al freddo, tra le ombre cupe di cielo e mare che diventano un tutt’uno nell’oscurità. Significa issare il pescato, selezionarlo, restituire al mare quello che non si può pescare. Significa stare in mare fino alla prima serata, quando i pescatori fanno il loro rientro in porto per vendere il pesce e lavare la barca, riposare poche ore e poi rammendare le reti per preparare una nuova uscita.

Rammendare le reti è un’arte, non solo pescare, che in pochi conoscono, ma i nostri pescatori lo fanno in una bella giornata di sole. Sulla banchina nel porto di Vibo Marina, in una giornata assolata di fine novembre, li abbiamo incontrati. Spesso chi vive intorno, chi corre, chi si chiude nei palazzi della politica, si dimentica che ci sono. O fa finta. O non li vede fermi sulla banchina del porto a lavorare o dritti sul ponte tra le onde pelagiche sfidare anche Nettuno.

Cosa fate? “Prepariamo le reti per uscire in barca”. E mostrano l’intreccio necessario e il filo di nylon usato per i rammendi. tra loro c’è un pescatore di oltre ottanta anni, una vita in mare, la pelle riarsa dalla salsedine e dal sole, e la sua arte è indispensabile. A che ora uscite? “Stanotte alle tre”.
Buona pesca