Serie D

Reggina, il caos e la Serie D: un futuro nuvoloso per gli amaranto

Il 29 agosto si riunirà il Consiglio di Stato. In caso di bocciatura quali scenari per il calcio a Reggio?

Il futuro della Reggina si fa sempre più nuvoloso. Felice Saladini ha deciso di ricorrere al Consiglio di Stato, dopo che il Tar Lazio ha dichiarato improcedibile ricorso degli amaranto. Le motivazioni dei giudici amministrative appaiono ai più granitiche: La società doveva pagare i debiti con l’erario entro il 20 giugno, termine perentorio perla Figc, al di là del termine (fino al 12 luglio) statuito dal Tribunale di Reggio Calabria. Per questi motivi le possibilità di un accoglimento dell’appello e della permanenza in Serie B sono ridotte al lumicino e di tempi per decidere il da farsi, nell’eventualità di una nuova bocciatura, sono strettissimi.

La data da considerare è quella del 29 agosto, giorno in cui è fissata l’udienza del Consiglio di Stato. Fino ad allora ci sarà da capire come potrà coesistere la necessità di tenere in piedi la Reggina di Saladini e contemporaneamente provare, tramite il Comune, a tenere aperta la porta per la creazione di una nuova società che possa ripartire dalla Serie D.

Poi c’è la questione messa in mora da parte dei giocatori. In base all’Accordo Collettivo (articolo 13.3) i calciatori potrebbero ottenere la risoluzione del contratto qualora entro 20 giorni, a partire dal ricevimento della raccomandata di messa in mora, la società non dovesse provvedere «al pagamento di quanto dovuto. Con le immaginabili conseguenze di una squadra senza giocatori e senza tecnico. Insomma, un vero e proprio ginepraio dal quale la Reggina difficilmente potrà tirarsi fuori, a meno di miracoli.