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Vibo, il muro della discordia. Il sindaco Limardo: “Aprire un varco favorisce la socialità

La prima cittadina replica a coloro che dicono che abbbattere un muro a piazza Municipio ponga problemi di sicurezza e anche storici.

In questi giorni a Vibo Valentia non si fa che parlare di un muro. Proprio così: un muro. Precisamente quello che conge il plesso scolastico in cui, davanti piazza Municipio, hanno sede la scuola media Garibaldi e la primaria Don Bosco. C’è chi invoca la storia e il pregio architettonico del muro, chi invece parla di sicurezza degli alunni dei due istituti.

Falsi problemi? Non tocca a noi dare una risposta, ma agli esperti di urbanistica e agli storici, ma entrambi ci dicono che quel muro può essere abbattuto. Che non ha una storia così importante, che architettonicamente non ha nulla di pregio e che la moderna concezione degli spazi tende ad aprire anzichè chiudere.

Così, dopo avere ascoltato le diverse campane, la sindaca Maria Limardo ha deciso di fare sentire il suo pensiero a proposito, con una nota diffusa da palazzo Luigi Razza nel pomeriggio. “Il dibattito di questi giorni e la lettera aperta di una concittadina pubblicata nei giorni scorsi sulle principali testate locali – scrive la prima cittadina vibonese – mi offre lo spunto per alcune considerazioni sulle ragioni che hanno determinato la scelta dell’amministrazione Comunale da me guidata all’apertura di un varco pedonale e all’acquisizione ad una nuova socialità e, dunque, a beneficio di tutta la collettività, di uno spazio verde attrezzato tramite l’abbattimento di circa tre metri di muro perimetrale della scuola “Garibaldi”.

Ma questo intervento non è sganciato da una idea progettuale complessiva di come dve essere la futura piazza Martiti d’Ungheria . “Dietro ogni azione amministrativa si colloca una visione progettuale ben precisa – aggiunge Maria Limardo – nell’ottica dell’adempimento di quel patto elettorale a suo tempo stipulato con i cittadini. Ciò posto, nel caso di specie, l’amministrazione Comunale ha assunto la decisione guardando al risanamento, alla sicurezza urbana e scolastica e al migliore utilizzo di un’area verde sostanzialmente mai utilizzata. Tramite l’abbattimento di una piccola porzione di quel muro, ci prefiggiamo di raggiungere plurimi obiettivi. Innanzitutto, e chi conosce i luoghi sa di cosa si sta parlando, va sottolineato che il perimetro della scuola è accessibile da Via Santa Maria dell’Imperio da oltre 15 anni, data in cui con l’accettazione di tutta la comunità, anche di quella scolastica, è stata realizzata l’attuale area di parcheggio, peraltro bene accolta. Sgombrato dunque il campo dalla necessità di garantire l’impenetrabilità delle strutture scolastiche, l’obiettivo primario rimane quello di migliorarne vivibilità e sicurezza. Va infatti precisato che nell’area sarà fortemente potenziata l’illuminazione pubblica e che la stessa sarà dotata di idonee telecamere con registrazione delle immagini. La possibilità di consentire facile accesso -esclusivamente pedonale- alla centrale Piazza Municipio e a quel “salotto buono” la cui desertificazione è fonte di non poche, quanto diffuse, preoccupazioni, consentirà che l’area acceda automaticamente ad un livello di sicurezza maggiore proprio perché sarà maggiormente frequentata. Ancora, non sarà sfuggito, che Piazza Municipio è sempre più frequentata da famiglie con bambini che, immaginiamo, di buon grado approfitteranno di un’area attrezzata a parco giochi per frequentare il centro cittadino”.

Quanto agli asseriti problemi legati alla storia e al pregio architettonico, la Limardo conclude: “Va ricordato che le opere realizzande hanno ottenuto il parere favorevole da parte della Soprintendenza ai beni archeologici e belle arti unica titolata ad indicare la via tra obblighi di conservazione e modificazioni urbanistiche del territorio al passo con i tempi. Si aggiunga che sono in corso i procedimenti che vedranno Piazza Municipio proiettata a costituire fondamentale elemento attrattore per tutta la Provincia e che, per come già significato, non si mancherà di coinvolgere -tra gli altri stakeholder- direttamente la dirigenza scolastica, le associazioni e i comitati dei genitori, in una logica di partecipazione e adeguamento della funzionalità progettuale alle esigenze scolastiche. Saranno tenute presenti le normative vigenti che aprono i beni e gli spazi scolastici alla fruizione pubblica: (art. 1 lett. g) L. 23/96) che prevede “la piena utilizzazione delle strutture scolastiche da parte della collettività”. Infatti, al di là e oltre lo stile prescrittivo delle legislazioni risalenti al 1975, la presenza di spazi verdi fruibili in un’ottica di ambiente educativo integrato, non solo arricchisce l’abitabilità del luogo, ma diventa anche fonte inesauribile di apprendimento. La scuola del futuro dev’essere aperta al territorio, diventando luogo di riferimento per la comunità. Un’idea diversa di scuola emerge anche dai nuovi metodi pedagogici, che determinano l’integrazione, la complementarità, la flessibilità e la polivalenza dei suoi spazi. Le esperienze di nuova didattica e di apertura al territorio sono già diffuse in Italia: si adattano alle strutture esistenti, cercano di emergere con forza e talvolta con fatica.