L'intervento

Vibonese, una partita vinta dalla sagacia di Roselli e sull’asse del trio di attacco

La gara di ieri contro l’Avellino ha regalato emozioni intense come da tempo non se ne viveva al Luigi Razza.

La gara con la seconda in classifica è stata un tourbillon di emozioni, come non se ne vedeva da tempo al Luigi Razza, ma l’immagine simbolo di questa vittoria è rappresentata dall’azione finale che fruttato il raddoppio, orchestrata dal trio, Plescia-La Ragione-Tumbarello.

Lucido e abile il primo a difendere il pallone e farlo filtrare attraverso il muro umano di due difensori; puntuale e preciso il secondo a supportare il contropiede e servire l’accorrente Tumbarello; freddo e implacabile quest’ultimo a insaccare il due a zero.

Questa azione rappresenta simbolicamente l’incontro, prima di tutto perché condensa il tipo di partita fatta dai rossoblu, imperniata sul sacrificio e il contenimento, ma anche sulle ripartenze sempre veloci e pericolose; poi perché non è un caso che i primattori dell’azione siano stati proprio coloro che Roselli ha ritenuto a un certo punto di mandare in campo, in sostituzione di altri tre notevoli protagonisti del match, Spina-Parigi-Pugliese.

Insomma, questa volta l’esperto trainer umbro ha letto in maniera perfetta l’andamento dell’incontro, operando sostituzioni tali da non squilibrare la squadra e il tipo di approccio alla gara, ma inserendo soltanto forze fresche in sostituzione di pari ruolo, dimostrando di avere capito che l’Avellino, che esercitava una costante superiorità di gioco, era sempre più stanco e meno lucido e doveva essere contrastato non solo con l’interdizione, il pressing e una difesa arcigna, ma anche con la velocità e la capacità di pungere in attacco.

Tuttavia, non si può nascondere un certo rammarico per quello che poteva essere e non è stato nel corso del campionato. Chi scrive ha sempre sostenuto che la Vibonese 2020/2021, pur costruita innanzitutto per raggiungere la salvezza, è composta da una rosa che la serie C la merita e che pur non annoverando nomi altisonanti, ha dimostrato in vari incontri di potersela giocare anche con le grandi. Forse più in là, a mente più fredda, capiremo quali sono stati i veri motivi della improvvisa flessione accusata nel periodo invernale. Fatto sta che la squadra dal mese di novembre, non solo non faceva risultato, ma non riusciva più ad imbastire delle manovre fluide ed apprezzabili, come mostrato nel primo terzo del torneo. Sembrava frenata, timorosa, quasi svogliata. Eppure gli uomini base sono sempre rimasti quelli.
Ora però, bisogna sfruttare questa iniezione di fiducia ed entusiasmo, per giocarsi la definitiva permanenza in Lega Pro, a Bisceglie, senza fare calcoli di sorta, tipo Cavese e quant’altro. Dopo tanti pareggi e prestazioni incolori, la Vibonese targata Roselli pare avere trovato la quadratura del cerchio, sia pure alla fine, ma sempre in tempo perché Vibo Valentia rimanga nel calcio che conta.