Primo appuntamento con la rassegna letteraria organizzata dalla Pro Loco
Si apre stasera, venerdì 22 luglio a Vibo Marina la rassegna letteraria organizzata dalla Pro Loco che prevede quattro incontri che sisvolgeranno sulla banchina Fiume del porto vibonese. Il via viene dato alle 21,30 con Pino Ippolito Armino che presenterà il suo ultimo libro “Il fantastico regno delle Due Sicilie. Breve catalogo delle imposture neoborboniche” (Laterza, 2021). L’autore, secondo una formual già collaudata dialogherà con Rosario Carbone.
Il volume di Armino si inserisce nella collana “Fact checking: la storia alla prova dei fatti” curata dallo storico Carlo Greppi per l’editore Laterza. L’intento di ogni volume è quello di smascherare, attraverso confutazioni e prove documentarie, le più comuni fake news e luoghi comuni sui temi “caldi” della storia. Dunque, attraverso il metodo storico, l’autore farà chiarezza sulle tante leggende circolanti (specialmente al Sud) sul Regno delle Due Sicilie e sulle le vicende risorgimentali legate al crollo del regno borbonico e all’unificazione italiana da parte dei Savoia. Un periodo storico senz’altro complesso e delicato, pieno di luci e ombre, di cui però è necessario riscoprire una verità storica oscurata da un revisionismo spesso falso e parziale.
Pino Ippolito Armino è ingegnere, giornalista e storico che vive tra il Piemonte e la Calabria, dove è nato. Nella sua attività si è occupato molto di storia contemporanea, con particolare riferimento al Risorgimento italiano e al Mezzogiorno d’Italia. È membro del comitato direttivo dell’Istituto “Ugo Arcuri” per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea e del comitato scientifico della rivista «Sud Contemporaneo».
Fra le sue opere si ricordano in particolare: “Azionismo e sindacato. Vita di Antonio Armino” (Rubbettino, 2012); “Brigantaggio politico nelle Due Sicilie” (Città del Sole, 2015); “Quando il Sud divenne arretrato” (Guida, 2018); “Cinque ragioni per stare alla larga da Pino Aprile” (Pellegrini, 2019) e “Storia della Calabria partigiana” (Pellegrini, 2020).
