Costume e società

I 95 anni del pastore evangelico Giuseppe Pelaggi, uomo di Dio

Ha dedicato la sua vita alla predicazione avvicinando a Dio migliaia di anime.

Compie oggi 95 anni Giuseppe Pelaggi, Ministro di Culto della Chiesa Cristiana Evangelica “Assemblee di Dio in Italia”. È nato, infatti, a Chiaravalle Centrale il 15 gennaio del 1926.

Un pastore che ha dedicato la sua vita alla predicazione avvicinando a Dio migliaia di anime, ma anche ad azioni concrete con la realizzazione di centri comunitari (il primo in Calabria fu da lui realizzato a Chiaravalle Centrale nel 1962) e soprattutto, attraverso il lavoro di uno dei suoi figli (artista straordinario il cui ricordo ancora commuove, l’architetto Torquato la Chiesa Evangelica di Vibo Valentia che rappresenta già adesso un “luogo storico” per la città, al di là di ogni considerazione di tipo ideologico e religioso.
Punto di rifermento per tanti, uomo di cultura profonda dal bagaglio immenso, una chiacchierata con Giuseppe Pelaggi rappresenta sempre un’occasione di arricchimento, spirituale e culturale, la cui traccia solca profondo l’animo di chi ha la fortuna di incontrarlo.
Raccontare, oggi nel giorno del suo novantacinquesimo compleanno, la storia della sua vita è un’avventura avvincente, così com’è stato il suo vivere quotidiano. È drammaticamente difficile l’avvio delle sue prime esperienze, perché segnate da un evento tragico: la morte prematura, a soli 33 anni, del padre a causa di una malattia curata male.
Come racconta Giampaolo Santoro, “Fin dall’adolescenza Giuseppe Pelaggi mostrò d’essere molto responsabile… Manifestava una spiccata capacità organizzativa e amministrativa”.

La Chiesa Cristiana Evangelica “Assemblee di Dio in Italia, Vibo Valentia

Si è forgiato tra mille esperienze cimentandosi in lavori duri pur di contribuire ai bisogni della famiglia. Comincia come boscaiolo, per diventare poi, ammirato per le sue qualità, una sorta di ragioniere per l’azienda dove lavora. Quindi, commercializza uva dando prova delle sue capacità imprenditoriali. Sempre impeccabile per educazione, sempre signorile anche per il suo modo di vestire. Tornato dal servizio militare, parte per la Francia in cerca di lavoro trovando impiego in una miniera di carbone; un terribile incidente dal quale esce vivo per miracolo (un blocco di carbone gli si sgretolò addosso), lo convince a tornare in Calabria, dove corona il suo sogno d’amore sposando la sua amata Giovanna.
Animo spirituale, cresciuto in una famiglia molto radicata nel cattolicesimo, sin da giovane affianca il sacerdote nel servire messa mentre cresce in lui il desiderio di conoscere Dio.

È questo un lungo periodo di tormento tra la sua voglia di maggiore conoscenza, l’inevitabile conflitto di un giovane alle prese con gli inevitabili peccati dell’età e la mancanza concreta di poter soddisfare la sua sete di sapere. Fino a quando non acquista, da un gruppo di Testimoni di Geova, una Bibbia.

La lettura, diretta e senza intermediari, è per lui illuminante: “Il signore stava lavorando il suo cuore inducendolo a lasciare tutte quelle pratiche errate secondo l’insegnamento biblico”, scrive in proposito Santoro.
La svolta arriva frequentando Francesco Rauti. Le chiacchierate con lui, le prime riunioni di preghiera organizzate da un piccolo gruppo di credenti, gli fanno conoscere una realtà più intensa, che coniuga con le sue esperienze in Svizzera. Instaura un bellissimo rapporto di comunione con il pastore della comunità evangelica di Bellinzona, Parli, che vede in lui una predisposizione al ministero e lo instrada.

Il ritorno in Calabria diventa per Giuseppe Pelaggi una sorta di missione. Nonostante fosse già padre di tre figli, si dà esclusivamente all’opera del Signore. Con a fianco il fratello Rauti inizia un lavoro a tappeto di evangelizzazione lungo l’intera provincia di Catanzaro ed oltre. Assetato della Parola di Dio, con il sostegno della moglie sempre al suo fianco, frequenta la Scuola Biblica di Roma; quindi, finito il periodo di formazione, riprende il suo lavoro pastorale nel catanzarese. Decine di chiese sono state aperte e da lui curate.
Il culmine lo raggiunge con l’opera di evangelizzazione a Vibo Valentia, città dove da un cinquantennio vive ed opera e dove ha realizzato la grande impresa di realizzare la sua Chiesa.

Ma le difficoltà, le tragedie non mancano in questi anni sia pure fecondi: “…la povertà era tanta, i mezzi erano pochi, ma l’amore per il Signore era autentico e la nuvola della benedizione di Dio era su Pelaggi e la sua famiglia. Dio sostenne questo servitore in ogni circostanza – scrive Santoro – anche in quella più dolorosa. Era il 1970 quando il Signore chiama a sé la sua cara figlia Angela, aveva solo vent’anni. Angela era sempre al suo fianco, con lei si spostava per evangelizzare, evangelizzarono insieme anche la città di Vibo Valentia. Dio l’ha voluta presto con sé in paradiso. E solo lui fu in grado di consolare questa famiglia”.
Un’altra difficile, terribile prova è la morte prematura, nel marzo del 2018, del figlio Torquato, l’artista, l’architetto della Chiesa Evangelica di Vibo Valentia e di altri luoghi di culto evangelici.
Uomo mite, discreto, le sue conoscenze, il suo bagaglio culturale sono patrimonio che elargisce generosamente in ogni incontro, in ogni occasione possibile. Oggi, nel giorno dei suoi 95 anni di vita, ricordare la figura di Giuseppe Pelaggi è occasione per ripercorrere l’affascinante cammino della sua vita al servizio, con amore e senza riserve, del Signore, “Con la certezza – per dirlo con le parole di Giampaolo Santoro – che Dio continuerà ad usarsi del fratelle Pelaggi per la comune edificazione”.