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Il profumo del legno nell’arte di Mastro Rocco Crudo da Sant’Onofrio

SANT’ONOFRIO – Sant’Onofrio che, nel suo etimo, allude a ‘colui che è sempre felice’, è un paese adagiato sul pianoro che mette fine al dolce discendere della vicina Vibo Valentia. Siamo in Calabria, sul versante tirrenico, una collina da cui, scostandosi di poche centinaia di metri, è possibile ammirare, nella sua interezza, il golfo di Lamezia Terme a nord, le propaggini della Costa degli Dei a sud, l’arcipelago fumante delle Eolie di fronte.
E’ terra lontana nel tempo, Sant’Onofrio, visto che ospitò, in località chiamata ‘Chao’, caos, i mistici di San Basilio che, secondo tradizione, ne fecero un monastero di rito ortodosso sin dal X secolo e, tra essi, una figura carismatica, Sant’Onofrio per l’appunto, da cui il successivo casale prese nome.

Un borgo in tutto ricorda la Santa Croce di Gerusalemme

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Questa terra accoglie, pare dal 1761, una reliquia della Santa Croce di Gerusalemme, oggi conservata in un prezioso reliquiario posto nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie. Quel frammento ne segnò, per sempre, la sorte. E, difatti, tutto ricorda la Sacra Reliquia. Dalla festa patronale di settembre, all’architettura del borgo, dopo il disastro del sisma del 1783 a forma di croce.
E poi: gli antichi canti devozionali, la processione secolare delle verginelle, la costellazione di Croci che segnano le vie (‘Crux misericordiae Dei’, ‘crux amori Dei’, ‘Crux gloria Dei’), la toponomìa dei luoghi (località ‘Crocicella’), la replica della festa della Santa Croce il tre maggio, secondo il rito tridentino, il monumento simbolicamente più significativo, posto sulla sommità del borgo, inaugurato il 1750, da cui una lucerna sfavilla senza posa.

Il profumo e la fraganza del legno nella casa “Roccocrudiana”

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In questo microcosmo, in cui memoria spirituale, memoria autoritaria e memoria libertaria si confondono vive ed opera un artista che, nel silenzio della sua casa/bottega, ha dedicato l’intera esistenza al sacro ed alla bellezza. Usando come mezzo il legno, come modo la miniatura, come metodo l’intarsio e lo scalpello.

Si tratta di Mastro Rocco Crudo che, rimasto orfano di madre all’età breve di sei anni, piuttosto che deprimersi, seppe ergersi, divenendo, per vivere, ottimo muratore e, per esistere, sublime cesellatore. Entrare nella sua casa/bottega, da lui stesso denominata “Galleria d’arte Roccrudiana”, è un po’ come immergersi nel tepore sicuro della grazia e della bellezza, elementi che trasudano da ciascuna delle sue opere, frutto di pazienza, maestria, precisione, devozione.

“L’arte è come il sole, se l’apprendi con amore ti riscalda il cuore”

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Sin dall’ingresso, ecco una moltitudine di iscrizioni, intagli, cornici, aforismi, quasi a preparare il visitatore – e forse se stesso – a ciò che verrà. Recita un suo intaglio iniziatico: “L’arte è come il sole, se l’apprendi con amore ti riscalda il cuore”. E’ l’inizio di un viaggio che diventerà incanto e rivelazione via via che si attraverseranno gli ambienti successivi. E così, in dimensioni miniaturizzate, ecco, in sequenza, il Colosseo di Roma, San Pietro in Vaticano, il Duomo di Milano, la Mole Antonelliana di Torino, la Torre pendente di Pisa, la Tour Eiffel di Parigi, la Ca’ d’Oro – Palazzo ducale di Venezia, San Pietro in Montorio a Roma, il monumento a Vittorio Emanuele a Torino, San Giovanni in Laterano a Roma, la basilica di Don Bosco a Torino, un arco trionfale dedicato a Cesare Augusto, il palazzo comunale di Brescia e tanti altri.

E poi, le riproduzioni di alcuni momenti del borgo, le Croci, gli Altari, la Chiesa del Rosario, la stele della Santa Croce prima della sua caduta in piazza Umberto I, il monumento alla Santa Croce. Infine, i pregiati lavori di intarsio e recupero di mobili derelitti, i sorprendenti lampadari, i presepi, le scacchiere, i porta gioia, la casa immaginaria, “villa Rocchina”, per la nipotina, le cornici, in una delle quali si protende l’indimenticato sguardo della madre, protagonista di alcune delle sue poesie. Un mondo magico e fatato la bottega di Mastro Rocco Crudo, nella quale si effonde il profumo di legni levigati e, per certi versi, vivi, che stupiscono ed attraggono, con quella malia e quel senso di stupore che solo la vera arte, quando si congiunge alla sincerità ed alla vera bellezza, riesce a dare.

Un luogo sorprendente un invito a tutti ad avvicinarsi alla Bellezza

Un luogo sorprendente, in cui trovare la prova di quanto e come l’uomo, ovunque e chiunque egli sia, possa lasciare segni e luci al tempo che verrà. Lo ripete una ennesima iscrizione intagliata nel legno: “Questi miei lavori portati avanti con tanto amore e tanta fatica vogliono essere un sincero ringraziamento agli artisti che con le loro opere hanno reso grande questo bel paese ed un invito a tutti noi ad avvicinarci alla bellezza…”. In un tempo il cui la distrazione, la distruzione, la disumanità, l’orrido e la protervia sembrano essere diventati la cifra dell’Uomo, la chiamata sincera alla verità ed alla bellezza di Mastro Rocco Crudo risuona come una profezia etica, una lezione di umanità e verità che sarà bene tenere tra le cose più preziose ed autentiche. Da vedere, assolutamente.