Calcio

IL RICORDO Pino Trento, un eroe romantico della pedata con la Vibonese nel cuore

L’attaccante degli anni cinquanta con la sua maglia numero 11 sarà accompagnato per l’ultimo saluto nella chiesa di Bivona domani, 19 luglio, alle 11.

La Vibo calcistica piange la scomparsa di Giuseppe Trento, per tutti Pino, bandiera indiscussa della Vibonese degli anni cinquanta. Nasce il 18 marzo 1936 nel comune di Vibo Valentia debuttando con la maglia rossoblù alla venticinquesima giornata  del campionato di Promozione Calabrese stagione 1953-54, nella sconfitta di Palmi per 3-0, con la maglia numero 11.

Questa la formazione di quella domenica 4 aprile 1954: Macrillò, Faleo, Zennaro, Lico, Cappon, Terranova, Taverniti, Lana, Roiaz, Artusa e, numero 11, Pino Trento. In quella stagione, giovanissimo, totalizzerà in totale 2 presenze. La stagione seguente saranno 18 le gare giocate con 10 reti all’attivo. La prima rete in rossoblù nel 7-0 casalingo contro il Borgia. Quella domenica fu addirittura una tripletta. Per la cronaca, completarono il tabellino dei marcatori la tripletta di Taverniti e la rete di Roscioli.
Otto reti, in 22 gare, nella stagione 1955-56 e 6 reti, in 26 gare, nella stagione 1956-57.

Pino Trento in azione – PER LE FOTO SI RINGRAZIA UN ALTRO GRANDE GIOCATORE DELLA VIBONESE: TOTO’ DE RITO

Nella stagione 1957-58 contribuì con 3 reti in 12 gare alla promozione in serie D della Vibonese dove riuscì a scendere in campo in sole cinque gare a causa della partenza per il militare e nella stagione 1958-59, dopo l’ottimo provino entra a far parte della rosa del Foggia, in serie C, percependo il faraonico, per quei tempi, stipendio di 149mila lire al mese. Alla fine del servizio di leva rientra a Vibo disputando la sua miglior stagione, dopo la retrocessione dalla serie D della Vibonese, nel campionato di Prima Categoria Calabria, il più alto campionato regionale dell’epoca, stagione 1959-60 con 15 reti in 25 gare.

Nella formazione del Foggia 1958-59, dove rimase soltanto pochi mesi

Nel frattempo il fallimento della Vibonese lo porta ad una breve parentesi con la maglia del Nicastro per, poi, rientrare a Vibo ed indossare la maglia dell’Oratorio Vibo, in Prima Categoria, nella stagione 1962-63. Nella stagione successiva,, con la maglia della neonata Nuova Vibonese, giocò la sua unica, della stagione, ed ultima gara, in rossoblù, alla decima giornata nell’1-1 casalingo contro la Villese. Ancora con la maglia numero 11 insieme a Morgese, Di Renzo, Moschella, Parisi, Russo(I), Truglio, Russo(III), Russo(II), Bruni, Fuscà e, con la numero 11, Pino Trento.

In totale saranno 111 le gare ufficiali in rossoblù, più 7 con l’Oratorio Vibo, condite da 42 reti. Ben 111 gare che lo collocano nella 34^ posizione dei più presenti, in campionato, dei rossoblù insieme a Gaetano Di Mauro e Gregorio Squillace. Ben 42 reti che lo collocano al sesto posto, insieme a Ciccio Vinci, della classifica dei marcatori in campionato di tutti i tempi e dietro solamente a Nunzio Cambareri, Enzo Consoli, Bruno Taverniti, Diego Allegretti e Cecè Lagrotteria.

La Vibonese è stata sempre una grande realtà, ha avuto grandi giocatori ed un pubblico meraviglioso sin dai miei tempi, ma ci si è sempre accontentati della serie D”

Pino TReNTO (Vibosport 2002)

Concludiamo con alcuni passaggi di una sua intervista pubblicata, ancora in formato cartaceo, su Vibo Sport nel 2002.
A quei tempi, giocare qui a Vibo era un tabù. Al mio primo anno partii da riserva in una squadra che aveva soli due vibonesi, Figliano e Lico”. E poi: ” è passato quasi mezzo secolo, e i tempi non è che siano cambiati. Ricordo che a fine anni 50 il presidente Murmura acquistò Tronchin per un milione e 600mila lire più un ingaggio di 180 mila lire al mese mentre io non beccavo una lira perché ero vibonese. Quando mi impuntai chiedendo lo stesso stipendio, Murmura mi diede una cambiale da 200 mila lire“.

Infine ebbe parole di elogio per il professore Felice La Torre definito: “il più grande dirigente che la Vibonese abbia mai avuto”, e per Melino Cosentino, “quel ragazzo ha dato la sua vita per la Vibonese, oltre vent’anni da servitore della maglia e quanto ha fatto lui nessun altro potrà mai fare. Meritava una maggiore considerazione da parte di tutti, sia da parte dei dirigenti sia da parte dei vibonesi che forse si sono dimenticati cosa abbia significato uno come lui per la nostra storia“.

Infine gli elogi per il professore La Torre definito “il più grande dirigente che la Vibonese abbia mai avuto”, e per Melino Cosentino, “quel ragazzo ha dato la sua vita per la Vibonese, oltre vent’anni da servitore della maglia e quanto ha fatto lui nessun altro potrà mai fare. Meritava una maggiore considerazione da parte di tutti, sia da parte dei dirigenti sia da parte dei vibonesi che forse si sono dimenticati cosa abbia significato uno come lui per la nostra storia“.

L’ultimo saluto domani, martedì 19 luglio, alle ore 11 nella chiesa di San Giuseppe Lavoratore di Bivona con la certezza che anche lassù saprà deliziare i suoi tifosi con tantissimi dribbling e tantissime reti.