Due edizioni in meno di un mese. E uno straordinario piazzamento tra i libri piu’ venduti a dicembre sulla piattaforma Amazon.
E’ stato un fine d’anno edi successo per il libro “Io sono libero”, di Giuseppe Scopelliti, pubblicato per i tipi di Luigi Pellegrini Editore.
In particolare, il volume ha raggiunto la quarta posizione nella sezione “Governo”, il dodicesimo posto nella sezione “Ideologie politiche” e il ventitreesimo nella sezione “Scienze politiche”. Il tutto, mentre “Io sono libero” continua a essere richiesto nelle librerie e nelle edicole, ottenendo recensioni lusinghiere sui principali quotidiani e periodici nazionali.
Scopelliti, ex enfant prodige della Destra finiana, prima leader nazionale del Fronte della Gioventù, poi sindaco di Reggio Calabria, infine Governatore della Regione Calabria, si racconta in un appassionante libro-intervista curato dal giornalista Franco Attanasio.
Sono diversi i motivi che certamente hanno catturato e cattureranno ancora l’attenzione dei lettori, e non solo della parte politica di cui Scopelliti è stato per lungo tempo uno dei dirigenti più apprezzati.
L’ex Governatore della Calabria ha deciso di aprire lo scrigno dei suoi ricordi mentre ancora non aveva del tutto finito di scontare la condanna a quattro anni e sette mesi, per il reato di falso ideologico, relativa ad alcune vicende accadute, tra il 2008 e il 2009, quando era sindaco di Reggio Calabria. Una vicenda giudiziaria che ha fatto molto discutere.
L’ex presidente della Regione Calabria, rilegge il suo passato con serenità ed equilibrio. Tra emozionanti ricordi, immagini e personaggi che appartengono al “Phanteon” della storia italiana. Dice chiaramente di aver chiuso con il suo passato politico e affida alla benevolenza dei lettori una ricostruzione che certamente non mancherà di far discutere.
Riportiamo un breve passo del libro che vi invitiamo a leggere. Alla domanda “Come si vive in carcere?”, Scopelliti risponde così al suo interlocutore: “In questi luoghi di sofferenza, la solidarietà, il mutuo soccorso, la condivisione, il sostegno reciproco diventano sentimenti prevalenti. Direi assoluti. Ricordo, con emozione, quando appena entrato nella sezione detentiva, sentii dire da lontano: “Peppe, buongiorno!”. In quel momento ho avuto la sensazione che ogni barriera si fosse abbattuta con naturalezza e che non ci fosse un clima ostile nei miei confronti… O.B. mi fece ritrovare un messaggio…; lo lasciò all’interno della bilancina (l’armadietto) in concomitanza del suo trasferimento alla sezione “lavoranti”. O., con cui avevo condiviso la cella per oltre 6 mesi, scriveva: “Caro Peppe, ogni esperienza, per quanto brutta possa essere, è sempre positiva. Certo, nel caso tuo, lascia il tempo che trova. Di te mi resta la consapevolezza della tua umiltà (ed anche la rottura di balle di voler fare sempre dolci). Conoscendoti un po’, sono sicuro che tornerai a volare come un uomo libero…” .