Cultura

La maledizione di Atena e la città di Hipponion. Un anatema senza tempo

di Vittoria Sicari

Dissesto finanziario, governi instabili, incapacità di gestire la città, classe politica mediocre e inefficiente.

Non si sente parlare d’altro, soprattutto in quest’ultimo periodo. Nessuno sa, però, che tutto potrebbe partire da molto lontano secondo una favola moderna legata al mito degli dei della Magna Grecia.

Secondo una simpatica storiella che circola sul web, un presunto storico Locresio, che sarebbe vissuto a Hipponion (tra 490-405 A.C.), Atena, dea delle città, scienze, arti ed intelligenza, maledisse gli amministratori della stessa Hipponion, allora sub colonia di Locri Epizefiri, alla lenta perdita delle capacità intellettive e del buonsenso, dal giorno del loro insediamento alla guida della città senza specificare il tempo ed il grado dei danni a cui andavano incontro i malcapitati. Secondo Locresio, Hipponion, dopo un secolo dalla sua fondazione avvenuta ad opera dei locresi (VII sec. A.C.), si era ingrandita e, data la sua posizione strategica, era diventata ricca e potente tanto da ritenere opportuno staccarsi dalla città madre.

La dea Atena, osservando la crescita di Hipponion pensò di porla sotto la propria protezione e di farsi costruire un tempio a lei dedicato. Per ottenere ciò, apparve in sogno a Poliaside, sacerdotessa del tempio di Atena di Naupatto, centro della Locride Ellenica, e le ordinò di recarsi ad Hipponion per esporre ai governanti di quella nuova colonia, le sue intenzioni. Poliaside obbedì e arrivata a Hipponion chiese udienza al triunvirato, capeggiato da Iason, che insieme a dieci saggi, in quel periodo regnava sulla città. Solo dopo una lunga attesa il consiglio si pronunciò contrariamente visti i problemi che erano sorti nei rapporti con Locri, in più ad Hipponion era venerata la dea Persefone.

Poliaside allora fece ritorno a Naupatto e chiese ad Atena la punizione di Hipponion. La dea scagliò pesanti anatemi contro i governanti presenti e futuri della città.

Ciò avrebbe comportato che tutti i candidati al governo locale avrebbero fatto discorsi demagogici, promesse di grandi opere pubbliche, progetti di espansione e crescita economica, ma poi, una volta raggiunto il potere, avrebbero dimenticato tutto, estraniandosi dalla realtà.

Il popolo, a sua volta, ad ogni cambio di governo avrebbe nutrito nuove illusioni e speranze di cambiamento, ma sarebbe stato puntualmente deluso.

Nessuno però ad Hipponion prese seriamente il messaggio di quella sacerdotessa. Da qui seguirono una serie di dominazioni. Le speranze di rinascita della città ripresero solo quando Luigi Razza divenne, in epoca fascista, ministro dei Lavori Pubblici. Razza avviò infatti un programma di espansione e di crescita del territorio, ma da lì a breve morì.. Bombardata in parte nella seconda guerra mondiale, venne ricostruita nel dopoguerra e sotto la guida preminente di Antonino Murmura, prima sindaco e poi senatore, la città riprese lo sviluppo demografico, edilizio ed industriale, divenendo Provincia.

Attualmente sembra aver imboccato di nuovo la strada del lento declino. A questo punto sorge un dubbio. E se avesse ragione Locresio? E se sulla città grava ancora la maledizione di Atena? Solo il tempo ci darà ragione.