Cultura

La storia del Mostro di Firenze al Leggere & Scrivere con “L’abbraccio della notte” di Titti Preta

L’opera presentata dall’autice in un incontro moderato dal giornalista Salvatore Berlingieri e con la preseza del criminologo Francesco Donato.

Da quando, nel 1985, si è chiusa la lunga scia di sangue dei delitti del Mostro di Fiorenze, non c’è anno in cui non si riapra qualche filone di indagine o pista investigativa e non si riaccendano gli animi in forum di discussione, avanzando nuove ipotesi sul caso di cronaca nera più famoso d’Italia.

Una storia cinquantennale, densa di colpi di scena, che ha avuto il suo epilogo giudiziario negli anni ’90, e ha visto alle sbarre il contadino di Mercatale Pietro Pacciani (poi assolto) e i “compagni di merende” Lotti e Vanni. Tutto ciò, senza essere giunti, per i più, alla verità. Tra ritrattazioni e colpi di scena, la vicenda è stata riaperta, chiusa e riaperta ancora, anche perché i parenti di alcune vittime non intendono rassegnarsi.

Un momento della presentazione del libro, da sinistra Salvatore Berlingieri, la scrittrice Titti Preta e il criminologo Francesco Donato (foto GUIDO MILLI)

La vicenda intriga dunque ancora e alla folta schiera degli scrittori del Mostro di Firenze si è aggiunta la scrittrice vibonese Titti Preta, presente alla prima giornata del Festival Leggere & Scrivere con l’opera che racchiude la storia dei delitti del Mostro di Firenze in un romanzo-inchiesta: “L’abbraccio della notte”, You Can print edizioni.

“Dopo accurate ricerche sui luoghi dell’orrore sulle colline fiorentine, ove si consumarono i tragici omicidi di otto coppiette di amanti in auto, e anni di studio sul caso, ho deciso di riscrivere a modo mio i delitti seriali del Mostro di Firenze. Indagare sul tale “cold case” è stato come scoperchiare il vaso di Pandora“, così ha esordito l’autrice durante l’evento, svoltosi ieri alle 18,00 nello Spazio Berto del palazzo Miceli, restituito alla città per la più importante kermesse culturale.

I lavori sono stati introdotti e coordinati dal giornalista Salvatore Berlingieri, mentre ha puntualmente relazionato sul libro l’avv. Francesco Donato, specializzato in Criminalistica Forense, già dirigente della polizia scientifica della Toscana, professionista nel campo delle scienze forensi, Consulente presso la Procura della Repubblica di Firenze e presso lo stesso Tribunale, nonché partner della Società Internazionale di Criminologia. Donato ha lodato la tecnica narrativa e la descrizione storica, lo stile intrigante e l’analisi psicologica dei personaggi, tutti elementi letterari che rendono avvincente la lettura. Ha poi precisato l’iter processuale della vicenda negli anni ’90 (a cui direttamente partecipò come consulente della Procura fiorentina, diretta da Pier Luigi Vigna).

Maria Concetta Preta (foto GUIDO MILLI)

“Rispetto a tante opere pubblicate, ritengo di essere stata originale – ha sottolineato la Preta infatti il mio romanzo ha come chiave di lettura la “violenza di genere”, per cui i delitti sarebbero femminicidi avvenuti in presenza del rivale del killer, cioè l’uomo. La mia ricostruzione ovviamente privilegia alcuni passaggi, enfatizzandoli o riducendoli, e ne scarta altri. È nata l’esigenza di scrivere del Mostro di Firenze grazie al desiderio di riappropriarmi del vissuto, di far rivivere a chi sa una storia indimenticabile e di farla conoscere a chi non era nato. Il mio romanzo, che fuoriesce dai limiti del regionalismo e della letteratura “provinciale” narra un segmento storico: gli anni ’80 dell’Italia e di Firenze, scossa da una serie di omicidi seriali ai danni di coppiette in auto nelle notti senza luna.

Per 17 anni la procura di Firenze e la SAM (Squadra anti-Mostro) sono impegnate in una “caccia all’uomo” infinita, su cui si innesta la “pista sarda” finché, negli anni 2000, si giunge ad indagare su un noto e potente medico perugino, che Preta ribattezza Lorenzo Paolucci (ha infatti mutato i veri nomi di vittime e carnefici), la cui morte improvvisa, avvenuta un mese dopo l’ultimo omicidio del Mostro, lascia molti dubbi e una verità ancor oggi irrisolta.”

Il romanzo è dedicato alle vittime del Mostro di Firenze, su cui autrice e relatore si sono soffermati durante la partecipata presentazione, conclusa dalle domande degli allievi del Liceo Classico M. Morelli.