Volley

Le ragioni di Callipo e le mancanze della politica. Una scelta su cui riflettere

LEGAVOLLEY - VOLLEY LAND DEL MONTE COPPA ITALIA. FINALE COPPA ITALIA A2. GLOBO BANCA FRUSINATE SORA - TONNO CALLIPO VIBO VALENTIA.

Dopo aver celebrato un campionato straordinario, il presidente della Tonno Callipo ha deciso di chiudere

Ci ho pensato un paio di giorni prima di scrivere un pensiero su questa vicenda della Tonno Callipo Vibo. Questo perchè ho visto come segretario e addetto stampa.la nascita di questo miracolo sportivo. Dal 1993 al 2001 sono stato al fianco di Callipo presidente come segretario e addetto stampa. Fu una elezione simultanea in una seduta, di cui conservo il verbale, che sanciva l’avvio di un cammino vincente. Il mio amico Pino Scianò già allora sentenziò: Callipo porterà Vibo in Serie A. E cosi è avvenuto.

Tre giorni fa il patron Pippo Callipo ha deciso di scrivere la parola fine al sogno di Vibo Valentia, di rimanere tra le grandi del volley: ha detto chiaro e tondo che non ci sono le condizioni economiche per andare avanti: E così, chiusa la baracca (almeno per Superlega e Serie A), tecnico e allenatori sono andati via anticipatamente, in uno con trent’anni di storia della pallavolo in tinte giallorosse.

A questa notizia coloro che vogliono la pallavolo concentrata in un triangolo del Centro Nord (si può dire avvoltoi che erano in attesa del cadavere del nemico?), hanno goduto come ricci e subito si sono addentrati a sparare sentenze sulla serietà di Pippo Callipo e del suo staff. A loro dico, vergogna! Anche perchè hanno infarcito le loro opinioni di favolette come quella che Bergamo non avrebbe venduto il titolo ad Aversa se avesse saputo dell’intenzione di Vibo di non partecipare alla Superlega. Quasi che la società lombarda fosse una vittima, dimenticando che ancor prima dei play off aveva reso noto urbi et orbi di voler cedere il titolo. Non contenti hanno aggiunto che la retrocessa Siena avrebbe potuto rimanere in Superlega, ma dimenticando che l’anno scorso aveva acquistato il titolo da Reggio Emilia (che aveva vinto la A2).

Forse, se qualcosa si può imputare al presidente Callipo è quello di non avere detto prima ai tifosi come stavano realmente le cose. Un errore di strategia comunicativa, forse. Per il resto la sua è una scelta legittima, sulla quale ci saremmo attesi dalla politica anzichè una accondiscendenza pedissequa, una esortazione al grande imprenditore di ripensarci, magari studiando delle soluzioni perchè ciò avvenisse. In questo senso non mi è piaciuta affatto la sortita della sindaca Limardo, ma tant’è… E anche la Regione avrebbe potuto fare qualcosa, invece che continuare a distribuire prebende a parenti ed amici, tutelando un patrimonio sportivo della Calabria intera.

Caro Presidente (qui la maiuscola ci sta tutta), Pippo Callipo, la tua scelta non può essere sindacata. Hai ragione, cinquecento dipendenti e le loro famiglie, in questo Sud martoriato, valgono più della Superlega. Oso soltanto chiederti di ripensarci, magari di ripartire dalla A3, continuando a coltivare quelle giovani leve delle formazioni giovanili che hanno vinto tutti i titoli regionali e si stanno facendo onore a livello nazionale.

Ripensarci non è un delitto, ma è onorevole. Sono convinto che la Callipo Volley potrà rinascere dalla sue ceneri e darci altri trent’anni di grande pallavolo.