Seconda e Terza Categoria

Supercoppa, salta la sfida tra Tropea e Spilinga: tra accuse reciproche sfuma una festa del calcio

VIBO VALENTIA – Doveva essere un grande giorno di festa per il calcio dilettantistico vibonese, ma la tanto attesa finale della Supercoppa FIGC – Vibo Valentia tra ASD Città di Tropea e Polisportiva Spilinga non si disputerà. Il motivo? Abbiamo cercato di capirlo nell’acceso botta e risposta tra le due società sulle condizioni organizzative della gara ha portato all’annullamento dell’evento, lasciando sul campo più amarezza che entusiasmo.

La versione del Tropea: “Mai rifiutato la partita, volevamo solo equità”

Il Città di Tropea ha chiarito la propria posizione attraverso un comunicato ufficiale, nel quale respinge ogni accusa di aver boicottato la finale. “Non abbiamo mai rifiutato di scendere in campo si legge ma abbiamo chiesto che la gara fosse disputata in condizioni di equità, proponendo un campo neutro e una suddivisione 50/50 della capienza tra le due tifoserie”.

I dirigenti tropeani hanno avanzato proposte come l’utilizzo di impianti a Mileto o Rombiolo, ritenendo fondamentale evitare un vantaggio logistico per una delle due squadre. Hanno inoltre lamentato la scelta da parte della Polisportiva Spilinga di voler giocare in casa propria senza accettare altre alternative, destinando solo il 10% dei posti ai tifosi ospiti, una scelta giudicata “non in linea con i valori di rispetto e imparzialità che una finale dovrebbe esprimere”.

La replica dello Spilinga: “Noi disponibili, è stata una chiusura unilaterale”

Di contro, la Polisportiva Spilinga ha risposto, in una seconda nota social – che la decisione finale è spettata alla Lega Nazionale Dilettanti e che “nessun dirigente può stabilire da solo dove si giochi la partita”. Secondo quanto dichiarato, durante la riunione tra le due società si era inizialmente convenuto che la gara si sarebbe disputata di sabato, mentre le strutture proposte dal Tropea (MIleto e Rombiolo) non erano ritenute idonee per motivi tecnici, come l’assenza di tribune separate.

Dalla Lega, fa sapere lo Spilinga, è poi arrivata la comunicazione ufficiale che la partita si sarebbe disputata nel loro impianto, a Spilinga. “Non abbiamo mai rifiutato di giocare, né ostacolato l’organizzazione. Dispiace leggere accuse infondate sulla sicurezza, specie in un contesto dove esistono legami familiari e umani tra le due comunità”.

Più dura la chiosa finale: “Sembra più una ripicca personale che un reale timore per la sicurezza. Il Tropea ha già giocato altrove in condizioni analoghe, senza problemi”.

Supercoppa annullata, il calcio locale perde un’occasione di festa

Il risultato di tale contrapposizione è uno solo: la Supercoppa della Provincia di Vibo Valentia (salvo ripensamenti dell’ultima ora) non si giocherà. Una sconfitta per tutti, non solo sportiva, ma simbolica. La Supercoppa doveva rappresentare l’incontro tra le due migliori formazioni delle categorie inferiori provinciali, una vetrina per atleti, dirigenti e tifosi. Invece, ha messo in luce divisioni e mancanza di dialogo.

In un momento in cui il calcio dilettantistico cerca di rilanciarsi attraverso valori come rispetto, condivisione e sportività, il mancato accordo lascia un segnale amaro. Le istituzioni calcistiche dovranno ora riflettere non solo sulle modalità organizzative, ma anche su come tutelare il significato simbolico di queste competizioni. Avrebbero benissimo, come hanno fatto, imporre un campo e poi punire la squadra che non si fosse presentata alla finale. O in alternativa far partecipare la squadra seconda in classifica. C’è tempo per rimediare, perché una finale, prima ancora che un confronto tecnico, dovrebbe essere una festa dello sport.