Cultura

Torna sulla scena musicale la cantautrice calabrese Chiara Morelli

“Metro” è il titolo del nuovo brano inedito della cantautrice calabrese Chiara Morelli. Il singolo è disponibile su tutte le piattaforme digitali dal 19 luglio. Pioniera del cantautorato sofisticato e avvincente, dalla penna fluida della Generazione Z, Chiara torna sulla scena musicale con una personalità più forte e consolidata. Il suo canto è cresciuto e l’accattivante identità musicale prende forma come pratica della sua maturità artistica, abbracciando le sfide della vita, meditando e prendendo coscienza della sua quiete interiore.

Chiara, 18 anni, si è appena laureata in “Discipline musicali Canto Pop Rock”, al Conservatorio di Cosenza presentando una tesi su Fabrizio De André e poi dedicando un concerto al grande artista genovese. Il nuovo singolo, intitolato “Metro”, è un brano fresco e attuale, con musica e testi unici firmati da Chiara. La voce impeccabile e i ritmi delle percussioni creano un pop grintoso ma elegante. La musica, i testi e gli arrangiamenti accuratamente realizzati portano l’ascoltatore ad una dimensione di ricarica e introspezione. Il brano recita: “Come alcune situazioni della vita sono un costante prendere la metro, sempre la stessa e purtroppo non si riesce mai a capire che il giro che compie è sempre uguale. La voglia di fuggire non trova mai il culmine in un viaggio diverso. Il viaggio è sempre uguale, fa sempre lo stesso giro. Porta nella stessa stazione di partenza, dove appare un mondo immobile con identiche situazioni e dalle stesse persone. Spesso quelle che fanno più male. Si provano le coincidenze, ma anche quelle non ti portano via.”.

In una recente intervista, Chiara ha spiegato: “Sarei ipocrita nel dirvi che io non prenda ancora la metro ogni tanto, purtroppo sono testarda e nei miei errori ci ricado. Sono umana. Sembra che io non impari mai, questa cosa mi rende molto vulnerabile. Ho imparato a far sì che il dolore o il panico non prendessero il sopravvento, adesso so scendere da una metro. Non che ci voglia tanto a capire se tu sia su un treno o una metro, spesso speri semplicemente che il buio fuori dal finestrino sia una galleria che si affacci sulla luce e sul mare. Ma se non è così ho imparato che è il caso di scendere”.