Calcio

Arbitri ragazzini allo sbaraglio e adulti senza rispetto e senso dello sport

Protestare è giusto per gli errori subiti, ma spesso queste giovani giacchette nere rischiano aggressioni fisiche

La questione arbitrale è uno degli argomenti più gettonati nelle ultime settimane da parte di dirigenti edaddetti ai lavori dei campionati dalla Promozione finanche alla Terza Categoria e nelle categorie giovanili. Non passa giornata che qualcuno non alzi la voce, a torto o ragione, tuonando contro il fischietto di turno. La realtà è che spesso in queste categorie a dirigere sono mandati ragazzini dai 16 ai 18 anni, quindi quasi ad inizio di carriera. Giusto così, perchè per formare gli arbitri del futuro, quelli che arriveranno ad arbitrare tra i professionisti occorre iniziare dal basso.

Commettono errori? Certo. Come li commette un calciatore che sbaglia un rigore o che manda la palla fuori solo davanti al portiere. E’ umano e per di più dalla Prima Categoria in giù questi ragazzini sono da soli a dirigere le gare, non essendo previsti i guardalinee. Ruolo questo che viene assegnato a un dirigente dell’una e dell’altra squadra, con ovvie considerazioni sull’efficacia di tale collaborazione. Ma soprattutto un errore non è fatto in malafede, ma spesso può esser condizionato dal fattore ambientale questo sì, perchè stare da soli contro decine di persone non è facile e non basta la personalità.

Un giovane arbitro, un ragazzo che ancora frequenta le scuole superiori, qualche giorno fa su un campo di queste categorie è stato accompagnato fuori dagli spogliatoi dai Carabinieri: un gruppetto di persone lo stava aspettando minacciosamente. Un ragazzo minorenne! Da solo contro tutti, anche contro quarantenni calciatori, uomini che dovrebbero dimostrare saggezza e tolleranza nei confronti di quello che potrebbe essere loro figlio. Un altro ragazzino è stato trattenuto negli spogliatoi per una decina di minuti prima di rientrare in campo dopo l’intervallo tra il primo e secondo tempo, perchè c’è in questo mondo chi vuole vincere ad ogni costo anche barando, se possibile.

Esiste una medicina? La Federazione si deve dimostrare forte e radiare chi solo si permetta di assediare questi ragazzini, rinchiusi negli spogliatoi e braccati sul campo. Radiare, non sospendere per qualche giornata e, in casi estremi, per responsabilità oggettiva, radiare la società dal campionato di competenza in qualsiasi fase della stagione. In quanto la società deve garantire sul proprio campo l’incolumità degli undici avversari e dell’arbitro. In questi campi occorre divertirsi. E sicuramente non si sarà divertito quel giovane calciatore che, qualche anno fa, si prese uno sganassone da un avversario molto più grande solo perchè aveva fatto un dribbling di troppo, da cui poi scaturì una rissa in campo. Serve una cultura del rispetto e dello sport che in alcune menti fatica ad arrivare, soprattutto quelle degli adulti. In questo senso la Federazione deve mettere al bando il buonismo ed intervenire con durezza.

Quanto alla questione arbitrale sarebbe bene che si decidesse di affiancare a questi ragazzini un arbitro esperto ormai “in pensione” che li accompagni in queste avventure domenicali, o addirittura formare la terna arbitrale come nei campionati superiori.