Cultura

Il Parco Archeologico Hipponion – Valentia si fa in sette, ma finalmente sarà aperto

Dopo quasi venti anni dal primo fiunanzimento, finalmente vede la luce il Parco Archeologico Hipponion Valentia, destinato a riportare all’attenzione di cittadini e turisti un patrimonio che definire straordinario e sconosciuto è poco,

Così dopo la mnigestazione di interesse pubblicata nel mese di gennaio scorso, il Comune con una conferenza stampa, ha comunicato chi e come curerà il Parco, ovvero i tanti mini parchi, delle vestigia di Vibo Valentia. Sarà una sorta di spezzatino, ma almeno in questo modo sarà possibile fare una visita alle Mura Greche, al Tempio di località Cofinom ai mosaici romani di Sant’Aloe, al Castello di Bivona.

Parco delle Rimembranze, stilobate del tempio probabilmente deicato a Proserpina, le cui colonne furono trasferite a Mileto da Ruggero il Normanno per edificare la Cattedrale Normanna

Sono in tutto sette i siti che compongono il Parco archeologico Hipponion Valentia,

Queste le assegnazioni: Complesso Santa Chiara, sede museale e area archeologica del Cofino al Sistema Bibliotecario Vibonese; Area archeologica di S. Aloe e Mura Greche all’Associazione Eccellenza turistica Mediterranea; il Battistero paleocristiano di S. Leoluca e l’area archeologico di località Belvedere Telegrafo all’Associazione Valentia; il Castello di Bivona all’Associazione Electa.

Entro un mese i sette siti saranno consegnati alle associazioni affidatarie e, pertanto, saranno visitabili. Dopo tanto oblio, finalmente la storia si riprende il suo spazio.

Come spiegato dal sindaco Maria Limardo, infatti, si procederà adesso alla firma delle convenzioni, alla pulizia e messa in sicurezza dei siti e, nel giro di 30/45 giorni alla consegna alle associazioni che da quel momento sono investite della gestione e fruizione al pubblico di questi straordinari beni storici, veri gioielli della città

Terme Romane, località Sant’Aloe, mosaico delle quattro stagioni (II sec. d.C.)

“L’amministrazione ha lavorato molto – ha spiegato il sindaco – ha lavorato su un doppio binario: da una parte quello di consentire la possibilità del collaudo del Parco Archeologico, quindi un’attività organizzativa e  tecnica per consentire la consegna materiale di questi siti archeologici alle varie associazioni in una logica di sinergia, attraverso un patto collaborativo tra la Soprintendenza, la città di Vibo Valentia e le associazioni che poi materialmente dovranno provvedere alla gestione dei siti, alla loro apertura e in generale consentirne la fruizione. Auspichiamo Infatti, per come abbiamo già detto durante la campagna elettorale, di portare a compimento quello che non era solo uno slogan: la cultura è danaro, nel senso che questi parchi archeologici dovranno costituire un attrattore sul piano economico e sociale, un grande attrattore di flussi turistici, perché sono dei gioielli bellissimi e preziosi che meritano di essere visitati. Noi siamo certi che potranno costituire un volano di sviluppo economico della nostra città”.

Terme Romane, località San’Aloe, mosaico della Nereide (II sec. d.C.).
Nella foro di copertina le mura greche ((VI- V sec. A.C.)

MOSAICO DELLA NEREIDE, STRAORDINARIO ED UNICO
Rinvenuto nel 1982, e facente parte del corredo di una ricca domus. Il mosaico in questione, databile intorno al II secolo d. C. e costituito da tessere di varia composizione, raffigura una Nereide in groppa ad un cavallo marino. Nel Mosaico della domus di Valentia, la Venere è inserita come composizione unitaria entro un originale bordo in cui sono raffigurate delle anatre e due uccelli marini che stringono nel becco un piccolo rettile. Il bordo è racchiuso, a sua volta, all’interno di un più grande complesso ornamentale, con motivo a scacchiera in bianco e nero che delimita una fascia esterna, decorata con una girale di foglie di acanto. Intorno alla Venere nuotano dei delfini che agitano le acque, caratterizzate da un’elegante policromia.

Dal libro di Giovanna Congestrì: “Da Roma a Vibona Valentia – La nascita e lo sviluppo della civiltà romana: il riflesso di una storia avvincente nei fatti di una piccola città dell’Impero)