Serie C

LA RIFLESSIONE La sconfitta della Vibonese a Potenza è la sconfitta di tutti, nessuno escluso

Ha perso l’allenatore, anzi l’ex allenatore Gaetano D’Agostino. Spesso in confusione e mai capace di scegliere e puntare su un undici titolare. Sempre a fare esperimenti e mai capace di dare un gioco alla squadra.

Ha perso il patron della società, Pippo Caffo, che ha deciso troppo tardi l’esonero di D’Agostino. Forse ha perso la passione scoppiata all’indomani di quella retrocessione  dopo il playout contro il Catanzaro che diede l’inizio al periodo più importante di tutta la storia calcistica vibonese?

Ha perso il direttore sportivo, Luigi Condò, che in due anni non è entrato nelle simpatie dei tifosi. In questa stagione, dopo aver fatto arrivare a Vibo calciatori mediocri, non è riuscito a migliorare la situazione nemmeno col mercato di riparazione.

Hanno perso i calciatori della rosa. Vecchi e nuovi. Non hanno mai dimostrato quell’attaccamento alla maglia che, invece, avevano contraddistinto i loro predecessori. I vari Silvestri, Tito, Bubas e tanti altri pronti a combattere fino all’ultima goccia di sudore.

Ed hanno perso i tifosi. Tranne gli ultimi irriducibili, in tanti hanno preferito abbandonare lo stadio. Non incitare più i propri colori. Quei tifosi che hanno sempre dimostrato attaccamento alla propria squadra anche nei peggiori momenti della storia rossoblù, dall’autogestione ai campionati regionali minori. Tanto per fare un esempio, ieri a Potenza la curva di casa era quasi piena.

Un’amara sconfitta perché alla fine di questa stagione mancano ancora due mesi abbondanti. Col nuovo allenatore chiamato al difficilissimo compito di far resuscitare l’ambiente e compiere un vero e proprio miracolo calcistico. L’augurio è che ci riesca, ma obiettivamente serve un’impresa titanica.