Un auto piombò loro addosso all’improvviso. Fu un dramma immane che segnò la Calabria e un Paese intero
Tredici anni fa, il 5 dicembre, sulla statale 18, in località Marinella di Lamezia Terme si spegneva la vita di otto ciclisti. Una tragedia senza tempo che serve a far memoria. In sette morirono sul colpo, un ottavo ciclista morì, invece, dopo alcuni mesi, questi i loro nomi: Fortunato Bernardi, Giovanni Cannizzaro, Pasquale De Luca, Domenico Palazzo, Rosario Perri, Vinicio Puppin, Francesco Stranges e Domenico Strangis, quest’ultimo morto all’ospedale di Cosenza dopo poco più di due mesi dall’incidente.
La loro morte fu un dramma immane che segnò inesorabilmente non soltanto la vita e i destini degli amici e delle famiglie dei ciclisti coinvolti, ma la Calabria e un Paese intero, fu sconvolta da una strage senza precedenti. Suscitando al contempo un moto di indignazione. Il responsabile della strage degli 8 ciclisti è infatti Chafik El Ketani. Come dimostrerà il processo il giovane – all’epoca 22enne – si trovava alla guida della sua Mercedes grigia sotto l’effetto di droghe, e per quella strage ha pagato con solo 5 anni di condanna. In quegli anni il reato di omicidio stradale non c’era ancora. Di quel dramma restano le immagini terribili stampate nella memoria collettiva e un dolore perenne, silenzioso.
Il ricordo che si rinnova
Agli otto sfortunati ciclisti è stata dedicata un’area verde nei pressi del luogo del terribile incidente. una stele, 8 alberi d’ulivo – uno per ogni vittima – e una cerimonia solenne che si ripete ogni anno, come avverrà questa mattina. Un momento di commozione e condivisione anche attraverso la deposizione di una corona di alloro in ricordo delle vittime.