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L’antica cinta muraria di Paludi a ridosso della Sila Greca, tesoro da riscoprire (foto)

Le mura risalirebbero addirittura al X sec. a.C, prima ancora dell’ellenizzazione della Calabria.

Paludi, splendida località a ridosso della Sila Greca, in provincia di Cosenza, contiene un paradosso. Detiene un tesoro preziosissimo, il parco archeologico, in località Castiglione, ma anche il record italiano di spopolamento, oltre il 40% nell’intervallo tra gli ultimi due censimenti.

Come è spiegabile? Non lo è, secondo i canoni ordinari, lo è considerando il senso di oblio o di oscuramento che, spesso, colpisce i beni culturali Calabresi. Castiglione di Paludi custodisce uno dei siti archeologici più vigorosi e misteriosi del sud Italia. Di possibile origine Enotria o Bruzia, dunque endogena, presenta una possente cinta muraria che viene fatta risalire, da alcuni, addirittura al X secolo a.c., prima del processo di Ellenizzazione. Successivamente, si presume nel IV secolo a.c., il sito divenne meta delle popolazioni provenienti dalla Grecia, concorrendo alla formazione della civiltà magno-greca. Tuttavia, Castiglione di Paludi non è un luogo chiuso.

È, al contrario, parte di una costellazione di siti di interesse archeologico e storico, che vanno dai complessi urbani di Sibari, Rossano e Corigliano a nord, alle mura di Terravecchia, località Pruiìa, dette di Annibale, di lato, sino a congiungere, a sud, i resti dell’antica Crotone. In tutto questo, il parco – ancora da rivelare, soprattutto nella sua parte sacra – si protende da un promontorio che, racchiuso dagli argentei greti dei fiumi S.Elia e Scarmaci-San Martino, guarda ad est il mar Jonio, mentre ad ovest si consegna al borgo trecentesco, con le sue cinque chiese, tra cui quella dedicata a San Clemente, il suo stentoreo campanile, la sua piazzetta distesa in direzione del mare e la breve teoria di palazzi signorili.Un luogo distante e speciale, che si auspica possa al più presto diventare patrimonio comune di tutti gli Italiani.