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#STORIE Vibo Valentia e l’Affruntata, un rito che si ripete da tre secoli

Nella domenica di Pasqua si svolge la tradizionale processione le cui radici affondano nel settecento

Le origini dell’Affruntata di Vibo Valentia sono popolari e affondano le radici nel tempo. Forse proprio per la sua origine come evento non religioso, non esistono documenti che ne attestino gli inizi. Una ipotesi è che la processione sia stata organizzata dall’Arciconfraternita voluta dal duca di Monteleone ed istituita presso il convento dei domenicani (accanto al duomo di San Leoluca), da cui ebbe poi origine quella del Rosario che cura la processione dell’Affruntata e quella delle Vare. Di certo si ripete ogni Pasqua da trecento anni ed è tra le più antiche rappresentazioni religiose della pietà popolare in Calabria.

Da trecento anni, meno due. Il Covid , questa bestia che fino ad due anni fa, quando si è ripresa la tradizione, ha avuto il “potere” di fermarla. Non era mai successo, neanche in tempo di guerra, neanche nelle pestilenze più gravi dell’umanità e che hanno colpito Monteleone soprattutto nell’ottocento, durante le quali le processioni si moltiplicavano (quelle penitenziali in particolare), per chiedere l’intercessione dei santi.

L’Affruntata era. e sarà sempre il momento più atteso della Pasqua in molti centri del Vibonese. A Vibo Valentia è sempre stato anche fonte di presagio il momento in cui avviene lo “sbilamentu”, la caduta del velo nero indossato dalla Madonna per il lutto, che lascia il posto ad uno splendido vestito azzurro. Ciò avviene nel momento in cui la Madonna scorge il Figlio risorto, che avanza verso di lei accompagnato da san Giovanni. Una cattiva riuscita potrebbe preludere ad eventi negativi per la comunità o per il mondo. Si narra, infatti, che il 24 marzo 1940 il velo della Madonna non cadde e il successivo 10 giugno l’Italia entrò in guerra con l’annuncio dato da Mussolini dal balcone di Palazzo Venezia a Roma, quando appena nove mesi prima lo stesso Duce aveva dichiarato la non belligeranza del nostro Paese.

La folla in attesa della “Sbilatura”

LE RADICI ULTRACENTENARIE

Ma come e quando è nata questa tradizione religiosa, questa rappresentazione da Vangelo Apocrifoda esegesi popolare della religioneche ripercorre e dà vita quasi teatrale al momento della Resurrezione di Gesù? Come tutte le sacre rappresentazioni forse anche l’Affruntata vibonese ha origini medievali. L’antropologo Vito Teti scrive: “Non è facile determinare con precisione l’origine e la diffusione dell’«Affruntata» ma, con ogni probabilità essa si collega alle sacre rappresentazioni quattro-cinquecentesche, si afferma nel corso del Seicento, dopo la Controriforma, per influsso degli spagnoli e per iniziativa dei Gesuiti, innestandosi su arcaiche concezioni e precedenti ritualità popolari.”

In effetti, documenti storici che parlano della processione come oggi la conosciamo, non esistono. Neanche presso l’Arciconfraternita del Rosario e di San Giovanni Battista, che pure la organizza ogni anno ormai da secoli. Quanti secoli? Con ogni probabilità, l’Affruntata è legata alla stessa fondazione della Arciconfraternita, istituita per volere di Ettore Pignatelli, duca di Monteleone e vicerè di Sicilia, forse già nel 1543.

Affruntata anni sessanta del secolo scorso

LE STATUE DEL SETTECENTO

Pertanto, l’Affruntata vibonese rientrerebbe nei riti celebrati già nel XVI secolo. Come detto mancano documenti scritti ed anche altri elementi su cui poggiare questa tesi, ma non c’è nulla di strano perché essendo un rito nato dalla pietà popolare è ben facile che non risulti da alcun documento ecclesiastico. Nell’ottocento una bella descrizione, la prima a stampa, è fatta dal periodico l’Avvenire Vibonese, che ne parla come di un rito ormai consolidato nel tempo.

Se manca la documentazione storica, non manca quella iconografica. L’Affruntata si celebrava a Monteleone già agli inizi del 1700, periodo in cui Domenico e Ludovico Rubino, fratelli del più famoso pittore Giulio Rubino, realizzarono sia le statue delle Vare che quella del Gesù Risorto, tutte in legno policromo. Il numero delle sculture e la loro peculiarità fa pensare ad una commissione mirata allo svolgimento delle processioni di cui stiamo parlando. In più, la statua del Cristo Risorto, diversamente dalla iconografia tradizionale, è rappresentata in atteggiamento di corsa, con la gamba destra nettamente piegata e alzata all’indietro, il corpo leggermente proteso e le vesti gonfiate dal vento, questo fa pensare alla corsa dell’incontro e ad una commissione mirata all’Affruntata.

Le statue portate in processione

Adesso abbiamo delle date, o meglio dei periodi storici su cui ragionare. Se tutte le statue sono state realizzate nello stesso periodo, possiamo ipotizzare che le due processioni (Vare ed Affruntata) abbiano avuto inizio, quanto meno, in contemporanea nei primi decenni del settecento. Questo non toglie che possano avere origini più antiche, anzi è più che probabile. Il fatto che siano state realizzate in legno e con precisa destinazione, può fare supporre che Affruntata e, forse, anche le Vare abbiano origini precedenti. Si può pensare che si svolgessero con piccole statue di cartapesta che andavano deteriorandosi e che, ad un certo punto, si pensò di sostituire usufruendo delle abilità e disponibilità della bottega dei fratelli Rubino, entrambi operanti a Monteleone.

In ogni caso, è possibile affermare che a Vibo Valentia le due processioni si svolgono da almeno trecento anni. E’ una tesi condivisa anche da mons. Filippo Ramondino, direttore dell’Archivio Storico della Diocesi di Mileto e rettore dell’Arciconfraternita.

San Giovanni scende tra la folla (foto Armando Grillo

IL RITO PREPARATORIO

 Agli inizi dell’ottocento, invece, sono ascrivibili la statua della Madonna, che è un manichino di cui sono in legno scolpito solo il capo, le mani ed i piedi, coperta da una veste avorio tutta ricamata di rose con fili d’oro ed un manto azzurro, e quella di San Giovanni Evangelista, realizzata nella stessa maniera e vestita con una tunica verde scuro e un mantello rosso. Due statue che richiedono di una fase preparatoria dedicata e particolare. “Quando si procede alla sistemazione del manto nero della Madonna, per coprire quello azzurro, in chiesa vige un silenzio surreale: da quell’esile filo di lino dipende la riuscita della svelazione, cui si attribuiscono presagi favorevoli o meno. Se troppo resistente il filo potrebbe compromettere la svelazione, se troppo esile potrebbe cadere prima”, spiega l’ex priore Francesco Colelli.

DA UN CORSO ALL’ALTRO

Agli inizi l’Affruntata si svolgeva sul Corso Vibonese, l’attuale corso Umberto I. Quando i due conventi di clausura esistenti a Monteleone, entrambi delle Clarisse, furono fusi in uno, la rappresentazione sacra fu trasferita tra piazza Maio e l’antico corso Ipponio e via de’ Forgiari, oggi corso Vittorio Emanuele III, per consentire alle monache di potere assistere all’Affruntata senza essere viste, per questo, da allora, fu deciso che la svelazione avvenisse un po’ prima della chiesa delle Clarisse, all’altezza del convento.

A MEZZOGIORNO L’INCONTRO

L’evento a Vibo Valentia si svolge ogni domenica di Pasqua alle 11,30 su Corso Vittorio Emanuele dove le statue di Gesù Risorto, di San Giovanni e della Madonna danno vita al tanto atteso momento dell’incontro tra Madre e Figlio, nel tripudio di migliaia di persone.

L’uscita della Madonna che corre verso il Cristo Risorto (Foto Armando Grillo)

Le tre statue vengono posizionate così: la Madonna all’incrocio con via Luigi Razza, Gesù Risorto all’incrocio con via Terravecchia Inferiore, non visibili tra loro. Quindi inizia il percorso di San Giovanni che, con un andamento in crescendo, porta l’annuncio alla Madonna della resurrezione del Figlio. La rappresentazione popolare vuole che Maria rifiuti di credere per ben due volte, solo al terzo annuncio, ormai convinta, segue Giovanni e corre incontro al Figlio che, accompagnato da San Giovanni, giunge dalla parte opposta, lasciando cadere il manto nero e apparendo vestita di avorio e di azzurro.

L’AFFRUNTATA NEL VIBONESE

La Cumprunta di Soriano Calabro

L’Affruntata di altri centri della Calabria ha una storia in alcuni casi molto più recente. In molti casi risale a metà ottocento, se non addirittura tra la fine del novecento ed inizio del nuovo secolo.

L’Affruntata si svolge nel Vibonese anche a: Arena (il lunedì), Briatico, Cessaniti, Dasà (martedì dopo Pasqua, detta Ncrinata), Dinami, Ionadi, Maierato, Pizzo Marina, Pizzoni, Rombiolo, San Calogero, San Gregorio, Sant’Onofrio, Stefanaconi, Vibo Marina, Zammarò (la domenica successiva), Zungri; con il nome di Cumprunta a: Soriano Calabro, Filadelfia e Francavilla Angitola

Buona Pasqua!