I “fileja” sono una pasta tipica vibonese fatta in casa, Ecco una gustosa ricetta.
Appartengono alla tradizione più antica e più nobile dell’arte culinaria calabrese perché composte di acqua, sale e farina bianca, un tempo molto rara e costosa e quindi inaccessibile alle classi meno abbienti. La pasta veniva filata attorcigliata attorno ad una bacchetta detta “dinacu” ricavato da una pianta erbacea perenne, appartenente alla famiglia graminaceae, chiamata in dialetto calabrese “gutumara” (nel linguaggio scientifico “Sparto”). La loro forma allungata (10 cm circa) nonché la loro capacità di trattenere bene il condimento, li rendono perfetti per un sugo a base di pomodoro, cipolla rossa, nduja di Spilinga e fagioli di Caria, che è quello che vi proponiamo.
I fileja possono essere conditi anche con un semplice sugo al pomodoro o, come vuole la tradizione, con carne di capra o di maiale (la parte della cotenna). Le varianti ormai sono tantissime e prevedono anche condimenti come cozze a fagioli o tonno e cipolla.
Per le fileja si può scegliere se impastarle e filarle a mano come da tradizione antichissima, o comperarle già pronte, si trovano sia secche che fresche ed alcune anche di buona qualità. Per risparmiare tempo comperiamo quelle fresche.
Ingredienti per 4 persone:
- 600 gr di fileja fresche
- 300 gr di fagioli bianchi
- un pezzetto di nduja
- 500 gr di salsa di pomodoro
- 1 cipolla rossa di Tropea
- sale e olio evo q.b.
Tritate la cipolla e fatela rosolare in un filo d’olio evo e un pizzico di sale. Aggiungete la salsa di pomodoro fate cuocere il sugo a fiamma bassa per 15 minuti. A questo punto, aggiungete la nduja e i fagioli (che avrete cucinato a parte) e cuocete per altri 20 minuti a fiamma bassa.
Nel frattempo mettete a bollire l’acqua e tuffateci le fileja fresche che cuoceranno in pochi minuti. Scolatela al dente e conditela con il sugo di pomodoro, fagioli e nduja.
I fileja vibonesi su cu mistu i viteiu, maiali e capra, fatti cu a cunzerba fatta a casa, mbiscata ca buttigghia i pummadoru casalora. Oppuru cu surjaca e vroccula e nu pocu i sucu.
Roberto Matera – vibonese doc