Serie D

Vibonese, Cani Sciolti: “Serve ambizione per scaldare i cuori. Basta basso profilo”

Uno dei membri dello storico gruppo di tifosi risponde alle dichiarazioni del dg Gagliardi. Il testo completo

Sui social impazzano in questi giorni polemiche, prese di posizioni e dichiarazioni attorno alla conferenza stampa di fine anno. Nel gruppo storico di tifosi Cani Sciolti Vibo Valentia, ne abbiamo trovato uno che riteniamo imporante riproporre, pensiamo sia di Renato Giannini, anche se manca la firma, che salutiamo con affetto perchè fu tra coloro che parteciparono alla riunione in cui a fine 2000 nacqua Vibosport. Ecco il testo completo.

Ho ascoltato con attenzione la conferenza stampa di fine anno tenutasi ieri e ritengo che qualche parola vada spesa. Ho apprezzato le spiegazioni dettagliate del direttore generale in merito al trasferimento di Roberto Convitto al Trapani. Meno, molto meno, le valutazioni caratteriali sul calciatore che semmai dovevano restare un affare puramente interno allo staff tecnico. L’offerta per società e giocatore era irrinunciabile. Sarebbe bastato chiuderla qui!
Ritornare in modo così specifico sulle contestazioni e le polemiche generatesi in seguito alla cessione non aggiunge nulla al buon lavoro fin qui fatto dallo staff dirigenziale e tecnico. Si poteva sorvolare.
I tifosi sono tifosi e come tali vanno interpretati.
Se è vero, come è vero, che abbiamo appreso della cessione dalla viva e calda voce del presidente Antonini e, se è vero come è vero, che abbiamo dovuto aspettare quasi 20 giorni per avere da parte della società una ricostruzione della vicenda, probabilmente il lavoro sulla comunicazione, su cui il direttore tanto ha puntato nel suo discorso di fine anno, deve essere assolutamente migliorato.
Il paragone con Reggio Calabria, Trapani, Siracusa in merito agli abbonamenti l’ho trovato avventato per un duplice ordine di motivi. Il primo è squisitamente numerico: si tratta di città che, ben che vada, hanno una popolazione residente pari a più del doppio di quella di Vibo Valentia. Il secondo è invece squisitamente calcistico: le tre piazze citate hanno trascorsi e tradizioni sportive neanche lontanamente paragonabili alla nostra. A ciò si aggiunga che ad ogni occasione utile le suddette società, a differenza della nostra, senza troppi giri di parole proclamano l’intenzione di voler ritornare al più presto a ripercorrere quelle gloriose strade. In poche parole: espongono senza infingimenti una radiosa visione del futuro.
Ieri, mi duole dirlo, non ho mai sentito robe del tipo “vogliamo dare filo da torcere fino all’ultima giornata alle due battistrada” o ancora “crediamo fermamente nella possibilità di vincere il campionato”.
Di questo iper realismo che riporta perennemente con i piedi per terra probabilmente i tifosi ne farebbero tranquillamente a meno. Eppure siamo terzi in classifica, esprimiamo il miglior calcio della categoria, abbiamo un grande allenatore, abbiamo un grande gruppo di atleti, abbiamo un grande direttore sportivo, tutte affermazioni assolutamente condivisibili che però, accompagnate dalla inspiegabile necessità di mantenere un profilo basso, non scaldano i cuori.
“Cosa ci manca? Cosa non abbiamo?” per parafrasare una famosa canzone. Ricordo che qualche anno fa la Vibonese avrebbe avuto, in combinazione con una serie di circostanze, la possibilità di disputare i playoff di serie C. Ricordo altresì che la società si affrettò a precisare che, nel caso, avrebbe rinunciato per motivi economici a quella opportunità. Credo sia da far risalire a quell’occasione, uccisa ancor prima di nascere, il punto di rottura tra tifoseria e società, o meglio tra ambiente sportivo e Vibonese.
Detto questo speriamo che il 2024 sia un anno di grandi successi per i nostri colori. Speriamo magari che ci si attrezzi per dare la possibilità di vedere la partite casalinghe a chi come me vive lontano da Vibo Valentia e domenicalmente si dispera e soffre davanti alla radio o a qualche furtiva ripresa fatta da qualche amico col telefonino.
Ad maiora semper e forza Vibonese!
“.