Serie D

Vibonese, si punti al podio e si programmi il futuro: per la D serve una riforma

Così com’è è un campionato che, dopo il primo posto, non ha senso. Chi brinda a champagne e chi beve acqua

Dopo il pareggio rimediato ieri dalla Vibonese sul campo di Castrovillari sarebbe bene accantonare al più presto i sogni di gloria, dimenticare ciò che doveva essere e non è stato, fare un’immersione di sano realismo e dedicarsi alla difesa del terzo posto ed alla programmazione della prossima stagione.
La Vibonese è una squadra che ormai da fine novembre sembra aver perso lucidità e certezze (più mentali che tecniche). Anche le vittorie più nette da allora sono apparse meno limpide e belle di quanto magari il risultato possa raccontare. Individuare i motivi di questa involuzione sarebbe un ottimo viatico per uscire dalla impasse in cui siamo ricaduti e per la costruzione della squadra del futuro. Questo è un torneo dal quale si esce “promossi” o “retrocessi”. Non esistono opzioni intermedie. Come amiamo dire tra amici: una squadra gioca per lo champagne e tutte le altre per l’acqua.
Fintanto che i vertici del calcio nazionale intenderanno relegare la serie D al ruolo di “lavanderia” del calcio professionistico si corre il rischio di avere gironi in cui il senso della competizione è totalmente svilito già da gennaio. Un lunghissimo limbo che si trascina stancamente fino a maggio. Le opzioni sono due: o cambia la formula del torneo (cosa molto difficile) o fin da maggio ci si attrezza a giocare per lo “champagne”. Tertium non datur.