Calcio

Vergogna! Arbitro picchiato e minacciato nel Vibonese. Stangate due società

Il brutto episodio avvenuto domenica scorsa al termine della partita fra Pernocari e Filandari

I campionati dilettanstici regionali, nelle categorie più basse, stanno diventando un vero e proprio problema quasi da ordine pubblico. Come abbiamo denunciato un mese fa, ogni domenica giovani arbitri rischiano l’incolumità per garantire lo svolgimento dei vari tornei. L’ennsimo episodio di violenza, dopo l’arbitro diciasstenne che per sfuggire a un aggressione si è rifuggiato negli spogliatoi ed è stato scorato dai carabinieri, si è verificato questa volta a Rombiolo. in occasione della partita del campionato di Seconda Categoria tra Pernocari e Filandari (finita 3-1 per i padroni di casa). Su quell’episodio è arrivata adesso la stagnata del Giudice Sportivo Comitato Provinciale di Vibo Valentia della Lnd. Il Pernocari è stato punito con l’ammenda di 200,00 euro e di 400 euro il Filandari. Squalificato per un turno il campo del Pernocari e per due quello del Filandari, società quest’ultima cui è stata inflitta l’ulteriore sanzione di 2 punti di penalizzazione. Inoltre, gli atti sono stati demandati alla Procura Federale in sede per quanto di competenza, in ordine al riconoscimento del soggetto autore dell’atto di violenza ed altre eventuali responsabilità.

“Ti meriti di esser sparato” e poi calci e pugni

Nel comunicato numero 29 della Delegazione provinciale del Cr Calabria.si legge che “al termine della gara, l’arbitro rientrava nel suo spogliatoio ed al suo interno veniva aggredito da un soggetto che lo insultava profferendogli “pezzo di merda, ci hai fatto perdere, ti meriti di essere sparato”.  Dopo di che “iniziava ad aggredire l’arbitro con una serie ripetuta e violenta di calci alle gambe e colpi in volto, lo afferrava dalle mani, girandogliele con forza e violenza, continuando negli insulti “merda! sei una merda!”. Alla richiesta di aiuto dell’arbitro “in suo soccorso accorrevano i dirigenti della società Pernocari”, costringendo “l’energumeno abbandonava lo spogliatoio e dopo un po’ l’arbitro lasciava l’impianto sportivo”.

La responsabilità delle due società

Il giudice sportivo spiega che “la ricostruzione del grave episodio di violenza accaduto può con tranquillità essere affidato al narrato del referto arbitrale e del suo supplemento che trova riscontro negli allegati certificati medici che confermano le violenze e la natura delle lesioni patite dall’arbitro”.
Quanto alle responsabilità nell0accaduto, osserva che “vi è innanzitutto da evidenziare una intrusione abusiva all’interno del terreno di gioco anche se a fine partita, però con tutti i partecipanti alla gara ancora al suo interno; vi è anche, che una persona non autorizzata si è potuta non solo avvicinare ma addirittura, penetrare indisturbato all’interno degli spogliatoi e finanche a quello riservato al direttore di gara”.

Il Giudice Sportivo, inoltre, oasserva come e “i carabinieri sono intervenuti successivamente a distanza di tempo dall’aggressione a seguito della chiamata dell’arbitro” e che pertanto emerge “una responsabilità della società ospitante per la mancata ed idonea sorveglianza dell’impianto, del terreno di gioco e degli annessi spogliatoi”. Ma soprattutto viene rilevata e contestata una “responsabilità della società Filandari, per il grave gesto di aggressione sopra descritto, attribuibile senza alcun dubbio ad un proprio sostenitore allo stato non identificato ma ad essa riconducibile dagli insulti profferiti ove ha dimostrato di avere un interesse”.

Da qui le sanzioni irrogate e il trasferimento degli atti alla Procura Federale per ulteriori approfondimenti. Di certo questo ennesimo episodio di violenza deve far riflettere se certi campionati, con certi energumeni abbiano ancora senso. Più che mondi di sport minore sembrano la morte dello sport e della lealtà. O quanto meno di pensare se sia il caso si mandare allo sbaraglio arbitri ragazzini contro ciurme di adulti pcco educati.