Cultura

Il 5 e 6 dicembre, torna il Nikòlaos Day a Dasà, festa del patrono San Nicola tra fede e tradizione

Torna il “Nikòlaos day” a Dasà. L’ iniziativa – sospesa lo scorso anno causa pandemia – giunge così alla terza edizione. Un proponimento, quello della parrocchia guidata dal parroco don Bernardino Comerci e del locale Movimento Aquila Rossa (sodalizio attivo sul sociale) che va a rimarcare il patrocinio di San Nicola – santo patrono del paese – su due categorie: gli agricoltori e i bambini.

Nel primo caso, i contadini saranno protagonisti il 5 dicembre. Al termine della santa messa, fissata per le 17.30 nella chiesa matrice – in cui è prevista anche la benedizione della terra (ogni fedele potrà portarne una parte di quella coltivata, in un’apposita confezione) – gli stessi sfileranno con i loro mezzi agricoli (anch’essi benedetti dal sacerdote) nella strada adiacente il luogo sacro.

Nell’occasione sarà distribuito anche il “migghju di San Nicola”. Gesti che richiamano al miracolo, fatto dal vescovo di Myra, proprio nella località turca, attraversata da una grave carestia nel 333-334 . Nel porto della città un giorno arrivarono – di passaggio – della navi cariche di grano. Grano destinato a Costantinopoli ma, il presule, esortò il capitano a scaricarne un certo quantitativo lì per soddisfare i bisogni della gente. All’obiezione del capitano – timoroso dell’imperatore – Nicola disse che si sarebbe assunto tutte le responsabilità dell’azione. Tuttavia ciò non fu necessario in quanto, una volta giunti a Costantinopoli il grano fu pesato e, miracolosamente, era la stessa quantità caricata ad Alessandria. Da questo antefatto, deriva il migghju (grano)di San Nicola e il patrocinio del santo miroblita sugli agricoltori.

Il 6 dicembre invece – giorno in cui la chiesa cattolica celebra il santo – protagonisti saranno i bambini. Dalla sua figura deriva infatti Santa Claus (appellativo che deriva da Sinterklaas, nome olandese di san Nicola). Saputo della storia di tre fanciulle (che il padre voleva maritare ma, non disponendo della dote necessaria aveva avviato alla prostituzione) San Nicola di notte getta nella loro casa tre sacchetti pieni di monete, perché possano sposarsi onorevolmente.

Scoperto dal padre delle donne, lo esorta a non dire a nessuno del suo gesto, volendo tenere nascosta la carità (come scritto nel vangelo secondo Matteo a riguardo “quando invece tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra”). Non viene però ascoltato dall’uomo che racconta a tutti quanto successo. Un episodio, questo, talmente forte che Dante lo richiama anche nella Divina Commedia quando, nel canto XX del Purgatorio ai versetti 31- 33 scrive:«Esso parlava ancor de la larghezza che fece Niccolò (San Nicola) a le pulcelle, (fanciulle) per condurre ad onor lor giovinezza (per condurre la loro giovinezza a nozze onorate)». Dante parla di San Nicola come esempio di carità. Da quest’azione deriva appunto la figura di Santa Claus, poi commercializzata come “Babbo Natale” e il patrocinio del santo sui bambini (che saranno benedetti nella chiesa matrice, alle 15.30, per poi incontrare proprio Santa Claus). Le tre sacche piene di monete sono tra l’altro tenute da un angioletto, al lato sinistro, nella bellissima effigie del santo datata 1777 – attribuita allo scultore Domenico De Lorenzo – custodita a Dasà.

Da sottolineare infine un significativo atto di carità che si consumerà a cavallo dei due giorni. Al termine della messa di giorno 5, infatti, sarà possibile acquistare alcuni cesti con dei frutti e ortaggi (offerti dagli agricoltori dasaesi). Il ricavato sarà destinato all’associazione “Lega del Filo d’Oro” che si occupa – tra le altre cose – di sostenere i bambini affetti da malattie rare. Un modo insomma tanto semplice quanto efficace di unire i due patrocini del santo.