Serie D

L’OPINIONE Antonini sopra le righe e vincente. Buscè e l’arte di misurare la palla

Il patron del Trapani ha le idee chiare e vincerà il campionato. Alla Vibonese serve un progetto per il futuro

Di questa stagione calcistica resteranno sicuramente impresse nella memoria di tutti noi le esternazioni del presidente Antonini: sopra le righe, canzonatorie, irriverenti. Lungi da me il voler fare una sua difesa ma, sinceramente, quale sostenitore di una squadra dilettantistica non vorrebbe in questo momento trovarsi nelle identiche condizioni di un tifoso trapanese? L’imprenditore romano è oltremodo determinato, ha le idee chiare, una chiara visione del futuro e sopratutto spende tanti soldi a supporto delle sue tronfie certezze, la qual cosa non é assolutamente disdicevole né per la città che attualmente rappresenta, né tantomeno per un sistema calcio in perenne crisi di risorse.
Che tipo di entusiasmo potrebbero generare nella nostra piccola realtà dichiarazioni come le sue? “La serie B entro 3 anni” o “doteremo la curva di una copertura”, “stiamo lavorando per dare alla città un nuovo stadio…”.
Delle timide esternazioni in tal senso la società le ha effettivamente fatte ma le istituzioni locali non hanno voluto cogliere l’opportunità offerta dal sodalizio guidato dal presidente Caffo che, di fatto, è ancora in attesa di un bando per la gestione dello stadio, punto basilare per pensare ad una seria programmazione. La squadra intanto, tra pochi “bassi” e tantissimi “alti”, ci sta regalando, alla luce di budget, aspettative e programmi, un campionato sontuoso.
Preoccupa invece il nervosismo trapelato dalle parole del mister nell’ultima conferenza stampa: “qualcosa si è rotto”.
A Napoli la chiamano “arte di misurarsi la palla” ed in questa disciplina il mister dall’inizio della stagione ha dimostrato di essere campione mondiale. Si tratta della capacità di riconoscere i propri limiti (della sua squadra in questo caso) e nessuno, da questo punto di vista, gli può rimproverare qualcosa.
Ed allora cosa si è rotto? Forse la solita melina societaria da fine stagione, dei buoni propositi rimasti solo tali, un eccessivo traccheggiare in merito alle scelte da fare hanno fatto temere all’ottimo Buscè di doversi cimentare nella nobile arte di “misurarsi la palla” per tutto il corso del suo soggiorno vibonese. La cosa, diciamolo francamente, non è molto allettante. Un’opzione Antonini-style però a Vibo non esiste, è bene metterselo in testa, ed il puzzle si può ricomporre solo con i pezzi che si hanno. L’ambizione deve essere definire una nuova identità di dimensione quantomeno provinciale che, storicamente, la Vibonese non ha mai avuto. Meritevole è il lavoro messo in campo dal direttore generale per allargare la base societaria, coinvolgere le realtà calcistiche territoriali, stimolare la partecipazione di cittadinanza ed istituzioni. Servono necessariamente tutte queste componenti per affacciarsi al domani e potersi finalmente misurare la palla con minore preoccupazione.