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I limiti non esistono: il paraciclista Pusateri racconta com’è cambiata la sua vita

In un incontro del Festival del Sud, in una sala gremita della Camera di Commercio di Vibo. Le sue sfide un esempio

VIBO VALENTIA – I limiti non esistono, i limiti sono nella nostra testa. Ne è convinto Andrea Pusateri, atleta paralimpico italiano che di sfide ne ha dovute affrontare tante nella sua vita. Sfide importanti e quasi impossibili, se non per quell’esile filo che divide l’impossibile dal possibile. Esperienze raccontate in un libro autobiografico dal titolo emblematico; “I limiti non esistono. Le sfide che hanno cambiato la mia vita” (Edizioni Mondadori). Le pagine del suo libro sono state lo spunto dell’incontro. svoltosi al Valentianum, nell’ambito del Festival del Sud, moderato da Michele La Rocca. Al dibattito hanno partecipato il consigliere regionale Ernesto Alecci, la campionessa Csein di Body Buiding Sara Suriano e il dirigente Giovanni Solano del Comprensorio Vibonese.
È stato un incontro straordinario, ricco di significati e messaggi. Andrea ha raccontato ai giovani delle scuole vibonesei la sua vita, fatta di traumi, insicurezza, incidenti, da cui però ha avuto sempre la forza di ripartire grazie alla sua forza di volontà.

Pusateri nasce paraciclista. La sua più grande sfida: l’Iron Man

Pusateri nasce come paraciclista, ma è sempre stato un grande appassionato di sport. A tre anni e mezzo è stato vittima di un grave incidente che gli ha portato via la mamma e in cui ha perso una gamba, ma malgrado tutto non si è mai fermato. “Ho sempre voluto essere un atleta e ce l’ho fatta” ha raccontato. Prima di approdare nel ciclismo, ha fatto arrampicata, nuoto e tiro con l’arco, ma una volta salitosul sellino non è più sceso. Neanche quando ha deciso di affrontare l’impresa più difficile, quella dell’Iron Man. “Una sorta di triathlon, ma un po’ più lungo”, ha detto.
L’Ironman prevede 3,86 chilometri di nuoto, 180 chilometri in bicicletta e 42 chilometri di corsa, contro gli 1,5 chilometri di nuoto, 40 chilometri in bicicletta e 10 chilometri di corsa del triathlon olimpico. “Ho esordito a Cervia nel 2020, era settembre – ha raccontato Andrea – ma ad un certo punto sono stato malissimo mentre affrontavo la prova del del nuoto ed i soccorsi hanno dovuto portarmi fuori dall’acqua”.

Pusateri, però, non si è arreso e ci ha subito riprovato. Il 3 ottobre successivo a Barcellona, in Spagna, completando tutto il percorso previsto. “Siamo partiti alle 8 del mattino, dal mare – ha ricordato – . Il tempo era pessimo, quindi hanno accorciato il percorso a nuoto a 900 metri. Nonostante le onde di 2 metri l’ho affrontato seppure con fatica e ho superato questa mia paura. Ho fatto tanta fatica, ma sono felice di avercela fatta“.

Il libro? Un racconto di vita senza ambizione di lanciare messaggi

“Ci sono tanti impossibili per ogni persona. È giusto che dentro di sé ognuno cerchi di superare i propri limiti, il proprio impossibile”, la conclusione. Che poi è il succo ed il senso del libro. “Non ho voluto lanciare messaggi, ma solo raccontarmiha chiosato Pusateri -. Se poi la mia vita può essere un esempio per superare ciascuno le proprie paure, ne sarei ben felice”.

Una storia che ha lasciato il segno nel cuore di tutti, raccontata quasi con leggerezza con il sorriso e con tanta autoironia.
Mi auguro che la sua esperienza e la sua testimonianza sia da esempio per tanti giovani calabresi affinchè trovino quella forza interiore per emergere e realizzare i propri sogni, quali che siano. E non per forza o solo nello sport.